Usciva 32 anni fa negli Stati Uniti Waxwork: film d’esordio di Anthony Hickox che raccontava di un museo delle cere e delle maledizioni che celava tra le sue mura. Rispettando tutti i cliché degli anni ’80 è ancora oggi ricordato con affetto dagli appassionati di cinema horror

 

Sempre più spesso siamo nostalgici con il passato neanche troppo remoto, in particolare con gli anni ’80, diventati oggetti di un revisionismo costante tra cinema e serialità. Ecco allora che le occasioni per scoprire o riscoprire piccoli cult di quegli anni tornano prepotentemente in voga. Il 17 giugno del 1988 usciva negli Stati Uniti Waxwork: film d’esordio di Anthony Hickox, regista che non diventò mai famosissimo se non per gli appassionati di genere. Il tema delle statue di cera affonda le sue origini nel 1924 con Il Gabinetto delle Figure di Cera di Paul Leni e Leo Birinski, piccolo gioiello dell’espressionismo tedesco. La Maschera di Cera del 1933 di Michael Curtiz, di cui sono presenti anche echi in Waxwork, e il metafilmico Nightmare in Wax del 1969. Hickox vuole invece virare sull’horror in salsa teen, molto in voga in quegli anni, ma citando a piene mani i classici dell’orrore.

 

Un invito molto misterioso

Waxwork ha una trama molto semplice ed accattivante. Mark, giovane liceale di buona famiglia, riceve l’invito da Sarah e China (benedetti genitori!) di passare una notte al nuovo museo delle cere. Le due giovani erano state in precedenza avvicinate dall’enigmatico signor Lincoln, uno splendido David Warner, padrone del museo. Decidendo di portare anche gli amici con loro, chiedono a Mark e Tony (Dana Ashbrook, il futuro Bobby Briggs di Twin Peaks). Arrivati al museo, vengono accolti da uno strano nano e cominciano poi a visitare l’esposizione. Le statue raffigurano mostri classici ed assassini, ognuno inserito su un proprio palco espositivo. Quello che non sanno è che in realtà il museo è un insieme di porte dimensionali che conducono nello scenario rappresentato, intrappolando i visitatori. L’oscuro piano di Lincoln è quello di intrappolare un numero di persone sufficienti a riportare tutti i mostri nella nostra dimensione, una sorta di sacrificio rituale.

 

Il gruppo di amici

 

Un piccolo cult da riscoprire

In Italia uscì anni dopo in VHS con il titolo Illusione Infernale, non ottenendo il successo che ebbe nel resto del Mondo. Oltre alla componente adolescenziale si puntava anche sul ruolo del protagonista affidato a Zach Galligan, reduce 4 anni prima dal successo di Gremlins. Inoltre il comparto tecnico era di livello con gli effetti speciali curati da Bob Keen. Un nome che può dire poco, ma che lavorò a film come Star Wars (Guerre Stellari, al’epoca), Superman e Dark Crystal. Inoltre, alla scenografia anche l’italianissimo Gianni Quaranta, storico collaboratore di Franco Zeffirelli. Le atmosfere ricreate avevano tutte le carte in regola per immergere lo spettatore nelle misteriose stanze del museo.

Zach Galligan interpreta Mark

 

Aneddoti di cera

Tra le statue di vampiri, mummie e licantropi possiamo trovare anche il Marchese De Sade. Una scelta anticonvenzionale, ma che regala a Waxwork l’utilizzo anche di figure realmente esistite. Inoltre si possono intravedere nel museo anche: una statua di Jason Voorhees, cinque bambini da Il Villaggio dei Dannati e una scena tratta da La Cosa di John Carpenter. Non è stato possibile mostrarli di più per una questione di diritti. Hickox, che fu anche sceneggiatore del film, lo scrisse in soli tre giorni. L’alto servitore di Lincoln fu chiamato Lurch, chiaro riferimento al maggiordomo della famiglia Addams. Tra le statue presenti anche un pod da L’Invasione degli Ultracorpi del 1956, un bambino demoniaco da Baby Killer del 1974 ed il serial killer con l’ascia. L’uomo che si trasforma in licantropo è John Rhys-Davies diventato famoso come Sallah nella saga di Indiana Jones e futuro Gimli nella trilogia del Signore degli Anelli di Jackson.

 

Un famoso licantropo di cera

 

Costato appena 3 milioni di dollari, Waxwork è riuscito ad imporsi negli anni come un piccolo grande cult di genere. Nel 1991 uscì infatti un sequel diretto dallo stesso Hickox e sempre con Galligan protagonista, meno riuscito del precedente. L’invito è quello di rispolverare questo film ed entrare anche voi nello spaventoso e misterioso museo delle cere del signor Lincoln!

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