Year Zero è una storia horror che racconta l’inizio di un’apocalisse zombie edita da Star Comics.
È una graphic novel sceneggiata da Benjamin Percy noto per aver già lavorato a Detective Comics, Green Arrow, Wolverine e Marauders, disegnata dall’autore spagnolo Ramon Rosanas conosciuto per Spider-man, Star Wars, Deadpool e X-Men, lo studio dei colori è stato affidato a Lee Loughridge conosciuto principalmente per i suoi lavori su Batman Adventures.

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Trama

Il libro narra le vicende di cinque sopravvissuti sparsi in giro per il mondo.
Sarah Lemons è una scienziata che sta facendo delle ricerche al Polo, Daniel Martinez è un orfano che vive per le strade di Città del Messico, Saga Watanabe è un sicario giapponese della yakuza che si trova a Tokyo per il suo incarico finale, Fatemah Shah è un’interprete per i militari statunitensi in Afghanistan e infine Robert James Hool, un uomo del Minnesota che aveva previsto l’arrivo dell’epidemia zombie e si era preventivamente costruito un bunker dove stare al sicuro.

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Recensione

La storia ha un ritmo incalzante in quanto salta spesso da un personaggio all’altro lasciando il lettore curioso e incerto su quello che sta avvenendo.
La storia generale si costruisce unendo i pezzi di tutte le cinque diverse storie che ci vengono narrate, bisogna unire i puntini e alla fine il quadro si ricostruisce.
La graphic novel affronta in maniera atipica l’apocalisse zombie, non  ne narra infatti lo svilupparsi ma solo l’inizio da qui il titolo “year zero” per l’appunto.
Affronta temi importanti come l’esistenza o meno di Dio e da punti di vista estremamente diverso. Ognuno dei cinque protagonisti ha un senso di giustizia e dei meccanismi che regolano il mondo diverso da tutti gli altri; ognuno di loro porta al lettore un’esperienza diversa.
Pur affrontando tematiche serie riesce anche a strappare qualche risata.
Come dice l’autore alla fine del libro:

“ Year zero non riguarda il dettaglio, ma il quadro generale. È il resoconto globale di una Terra in rovina”.

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Year Zero è un lavoro interessante che riesce ad intrattenere bene e offre anche numerosi spunti di riflessione grazie anche alla lettera posta alla fine del libro scritta da Benjamin Percy, lo sceneggiatore del libro.
I disegni sono ben fatti , alcune tavole sono davvero belle.
Per ogni personaggio Lee Loughridge ha studiato una differente palette di colori rendendo la graphic novel ancora più interessante.
Una graphic novel che si legge tutta d’un fiato e che ci offrirà senz’altro dei seguiti (alcuni sono già stati pubblicati in lingua originale).
Concludo con una frase dell’autore che fa percepire lo stile di Year Zero:

Volevo che la forma seguisse la funzione: il mondo è in pezzi e così deve essere l’opera.