E’ uscita su Netflix la seconda parte della quarta stagione di You, la controversa, sorprendente ed anche divertente, serie tv che viene narrata in prima persona dal protagonista Joe Goldberg.
Un cambio di rotta che svolta la narrazione, dona nuova linfa alla storia e che afferma quest’ultima stagione come una delle migliori, la mia preferita dopo la prima a dire il vero.
Se sapete già di cosa sto parlando, vi lascio le immagini del trailer della stagione qui di seguito. Saltate al paragrafo successivo se, invece, non avete ancora mai visto You.


You è principalmente una serie thriller psicologica che non risparmia le scene crude ed esplicite nè tantomento il sangue. E’ basata sull’omonimo romanzo di Caroline Kepnes ed anche sul suo seguito, Hidden Bodies. Distribuita internazionalmente da Netflix è approdata in Italia dal dicembre 2018 ed è giunta, come vi ho anticipato, alla quarta stagione. A parer mio una serie davvero ben riuscita e che mi ha conquistata sin da subito poichè, dietro le apparenze, nasconde molte cose. Inoltre ha diverse particolarità che la rendono interessante e di sicuro intrattenimento, e ve ne voglio raccontare qualcuna.

Vi presento Joe Goldberg

Il protagonista assoluto di You è Joe Golberg, un libraio di New York, di bell’aspetto ma non appariscente, colto ed educato, all’apparenza timido e molto introverso. E’ lui la voce narrante della storia e ci racconta tutto quanto succede dal suo personale punto di vista. E questo rende la narrazione diversa dal solito, non semplicemente per questa ragione perchè, sì, non è una novità assoluta ed è sicuramente già stato fatto, ma per il motivo che Joe è il cattivo della storia che racconta. Solo che lui non lo sa.
Joe ha l’innamoramento facile, se così si può chiamare. Ed ogni qualvolta che Joe si innamora di una ragazza, si fissa e ne diventa ossessionato. Costruisce un castello nella sua testa dove idealizza l’oggetto del suo desiderio. Desiderio al quale si rivolge quando diventa voce narrante con il Tu (lo You del titolo). E si trasforma. Indossa un cappellino da baseball, che sottolinea il suo cambio di personalità e diventa uno stalker anche piuttosto ferrato ma non solo. E’ uno psicopatico e pertanto anche un violento maniaco assassino. Quando lo ascoltiamo raccontare, all’inizio di ogni episodio ma anche durante, ascoltiamo direttamente il flusso dei suoi pensieri. Lui non si rivolge allo spettatore o ad un pubblico, ma pensa e si rivolge alla TU in questione.

Empatizzare con il lato oscuro della luna

Altra peculiarità di You è che non schiera il bene ed il male in due fazioni ben distinte. Sin dalla prima stagione non esiste un personaggio solamente cattivo, ed un personaggio solamente buono e, soprattutto, ogni personaggio frantuma le apparenze. Una ragazza dolce e timida che dalla provincia arriva nella grande città può nascondere tutt’altro, ad esempio, ed il discorso non cambia per il protagonista. Joe Goldberg, interpretato da Penn Badgley e doppiato in italiano da un bravissimo David Chevalier è indubbiamente un personaggio negativo, ma lo spettatore non lo vivrà solamente come tale. Perchè è anche molto intelligente ed educato, è un bel ragazzo ed è affascinante, è ironico e divertente, e lo spettatore è portato a empatizzare ed anche simpatizzare con lui per gran parte della storia. Salvo poi pensare “hey! Sto facendo il tifo per un pazzo psicopatico?!” ogni qualvolta Joe mosterà il suo vero io.

Compassione per il diavolo

Quando le cose non vanno come previsto, infatti, la serie si trasforma e l’ironia velata di rosa romantico lascia il posto al rosso sangue, ad uccisioni cruente, amputazioni, violenza. Insomma quelle cose che a noi horrorofili piace vedere (ovviamente parlando di finzione cinematografica) e che You non ci risparmia affatto. Le scene infatti sono esplicite e la telecamera indugia più di qualche istante sulle varie uccisioni, sui cadaveri e sulle immagini più truculente, quasi il regista volesse sbattere in faccia allo spettatore quella che è la realtà. Ed è in quel momento che chi guarda realizza, nuovamente, con chi sta simpatizzando e per chi prova compassione.

La ricerca della felicità

All’inizio della quarta stagione, uscita questo mese su Netflix, troviamo il nostro Joe non solo in un altro stato ma in un altra nazione. Dopo gli avvenimenti traumatici che hanno sancito la fine del terzo capitolo, Joe si trova a Londra sotto un altro nome e con un look (delizioso, lasciatemelo dire) con il quale perfettamente si mimetizza. Barba folta ma ben curata, completi con giacca di tweed, sembra un moderno Mr Giles (cogliete la citazione, vi prego) che insegna letteratura all’università. Qui You ci spiazza, poichè il nostro protagonista mentre ci racconta della sua nuova vita, del nuovo ambiente in cui si trova e delle persone con le quali interagisce, sembra aver totalmente abbandonato il suo passato oscuro.
Si trova però, suo malgrado, coinvolto in una serie di uccisioni ed eccolo quindi rivestire i panni di un improbabile Hercule Poirot per cercare di sbrogliare la matassa e capire chi cerca di metterlo, nuovamente, nei guai. Sì perchè ora sembra davvero aver trovato un suo equilibrio. Ha un lavoro che ama, studenti appassionati, ed una nuova cerchia di amici (molto ricchi e che non apprezza) tra i quali spunta lei. La nuova You. E’ sicuramente con Kate, questo il suo nome, la sua felicità?

Verso l’ infinito ed oltre?

Non proprio. E’ già stato dichiarato che la prossima stagione sarà l’ultima. Che fine farà il nostro Joe? Io non riesco a immaginarlo poichè questo quarto capitolo mi ha davvero sorpresa. La cosa certa è che non mi aspetto un lieto fine perchè non renderebbe giustizia a quanto fatto e raccontato fino ad ora. Sia che abbiate colto tutte le citazioni nel mio articolo (in questo caso complimenti!) oppure no, il mio consiglio è di iniziare a guardare You e lasciarvi affascinare da questo personaggio davvero ben scritto ed interpretato. Perchè è una serie intelligente e divertente ma anche agghiacciante e drammatica. You gioca con le apparenze e con quel messaggio che spesso dimentichiamo ma che dovremmo tutti ben tenere a mente nella vita:

Nessuno è fino in fondo ciò che sembra.