Per chi è cresciuto a pane e anni 90 lo sa bene: i teen movie sono e rimarranno sempre un’impronta indelebile di quella generazione che ha convissuto a lungo con TV e telefilm del tempo, mentre chi invece li guarda oggi, può evincere chiaramente che c’è una grande storia dietro a queste trasposizioni, che hanno, esattamente come i film classici, gradi A e B di riferimento in relazione a ciascun genere. Nel caso delle novità in tal senso a tema horror, dei ragazzi francesi hanno pubblicato il loro ultimo lavoro lo scorso 3 Aprile su YouTube, dal titolo Zombiphosate.
Si tratta di un cortometraggio di circa 6 minuti, che incarna lo spirito del teen movie sanguinoso a base zombie.
La regia è curata da Joe Buso e la storia ci catapulta in un bosco, dove alcuni ragazzi decidono di andare a fare un’escursione. Purtroppo però, si ritroveranno improvvisamente attaccati e braccati da un gruppo di zombie (di cui inizialmente non se ne conosce la provenienza) che li perseguiteranno fino alla fine.

Il prodotto in questione, oltre che essere un omaggio ai già citati teen movies ed ai B movies fantastici, ha un significato molto più grande di quello che può apparentemente sembrare, che non si limita alle solite colluttazioni con gli zombie inferociti assatetati di sangue, ma che cerca di dare una spiegazione del perché tutto questo sta succedendo con un messaggio veramente sottile: è proprio l’eccessivo consumo digitale e il degrado industriale dell’ambiente a portare a ciò, e gli zombie non sono altro che il prodotto di una società che sbaglia sotto tali punti di vista.

Uno spunto direi estremamente interessante, che conferisce un indubbio valore al progetto in questione da una parte, ma che dall’altra però, lascia un po a desiderare a livello tecnico/narrativo, con dei make-up non propriamente all’altezza della situazione e anche a causa di un finale un po scialbo. Ma questo ci sta benissimo, parliamo pur sempre di un prodotto amatoriale, che però guadagna molti punti per il messaggio che vuole lasciare e anche per il fatto che nello specifico si tratta di quel tipo di opera che era da un po che non si vedeva, soprattutto se parliamo di cortometraggi; in questo caso splatter, immediati e frenetici. Esattamente come ci sarebbe piaciuto rivederli: proprio quei B movies dell’orrore che probabilmente fanno dell’imperfezione il loro punto di forza.