Quando Hostel uscì nelle sale, l’ aspettativa su questo nuovo lavoro di Eli Roth era molto alta. Sulla locandina italiana, indicate come avvertenze, le seguenti parole: “contenuti violenti, scene cruente, inquadrature brutali, la vera sfida è guardarlo fino in fondo“.
Assieme al biglietto veniva consegnato un sacchettino di carta per il vomito personalizzato con il logo del film, oggi diventato un divertente cimelio per collezionisti. Sono passati ben 15 anni da quel giorno, eppure Hostel è ancora oggi uno dei film commerciali più violenti ed espliciti mai usciti al cinema.

Scritto e diretto da Eli Roth e prodotto da Quentin Tarantino con un budget di quattro milioni di dollari, Hostel ne incassò oltre ottanta, riportando in vita il sottogenere del torture porn nato negli anni ’70 e dando via ad un sequel, nel 2007, diretto dallo stesso Roth e ad una parte terza, nel 2011, diretta invece da Scott Spiegel.

Una storia vera?

L’idea per la sceneggiatura, secondo quanto dichiarò il regista, gli venne incappando in un sito internet Thailandese dove, pagando dieci mila dollari, potevi comprare la vita di un uomo per ucciderlo. Nello specifico, questi sembravano essere volontari che, per garantire un futuro alla propria famiglia, come ultima disperata azione vendevano sè stessi sacrificandosi per assicurare sostentamento ai propri cari.
Eli Roth ne restò turbato, tanto che inizialmente pensò di girare un documentario per capire se questo sito internet fosse reale ed andare a fondo alla questione. Dopo aver riflettuto sul fatto che questo avrebbe potuto far nascere strane idee e pubblicizzare ancor più questo fenomeno correndo il rischio di veder nascere (o creare nel caso fosse stato finto) altri siti internet come quello, decise di abbandonare quell’ idea.

Ma questa non è l’unica curiosità legata al film, eccone quindi una piccola selezione:

  • Quando Tarantino, deciso a produrre una pellicola di Eli Roth, ascoltò la storia di Hostel reagì dicendogli che era l’ idea più folle e malata che avesse mai sentito e che avrebbe dovuto assolutamente girarlo. “Sarà il tuo film in stile Takashi Miike!” gli disse. E proprio il grande Miike, che ha diretto nel 1999 il torture porn Audition, compare in un cammeo all’interno del film. E’ possibile vedere anche una piccola apparizione dello stesso Roth nella parte di uno degli ospiti dell’ ostello di Amsterdam e una di Quentin Tarantino nella parte di un tedesco che urla a petto nudo da una finestra. Ve ne eravate accorti?
  • La Slovacchia non reagì affatto bene dopo l’uscita di Hostel nelle sale. Lamentava il fatto che il film la dipingesse in modo così negativo che il turismo ne avrebbe risentito ed invitò Eli ad andare a visitarla per scoprire che non era fatta di bambini che rubavano per strada o di estremo disagio e povertà. Roth rispose in una conferenza stampa che il film voleva sottolineare l’ ignoranza degli Americani e del modo in cui si comportano. “Non viaggiano, non sanno nemmeno dell’ esistenza di Paesi come la Slovacchia, ma si comportano come se fossero i padroni del mondo. Il mio non è un film di ricostruzione geografica ma di finzione. Nonostante Texas Chainsaw Massacre, la gente continua lo stesso ad andare in Texas!
  • I ragazzi alloggiano nella stanza 237, un chiaro omaggio che Roth ha voluto fare a Shining.
  • Gli interni ambientati nell’edificio delle torture sono girati in un’ala dell’ ospedale psichiatrico di Praga, costruito nel 1910, chiusa da oltre 50 anni. L’edificio 10, dove sono state girate la maggior parte delle scene, era il posto in cui venivano internati i pazienti più folli e pericolosi. I sotterranei erano così spaventosi che Eli Roth assunse un quartetto di archi perchè suonasse musica classica per alleggerire l’ atmosfera e renderla più confortevole durante le riprese.
  • La città dove è situato l’ ostello non si trova in Slovacchia come detto nel film ma in una città della Repubblica Ceca. Inoltre, le scene degli esterni ad Amsterdam, in realtà sono state girate in una città dell’ est Europa. Infatti ad un certo punto viene inquadrato un castello sopra una collina che ad Amsterdam non esiste.
  • Eli Roth chiese ufficialmente scusa al Presidente dell’ Islanda per il personaggio di Oli e al Ministro della Cultura Islandese per il danno che Hostel avrebbe potuto portare alla reputazione del popolo islandese raffigurato, tramite Oli, come ubriaconi maniaci.
    Il Presidente dell’ Islanda si mise a ridere, ribattendo che probabilmente rifletteva una parte della popolazione.
  • Roth volle che la prima mondiale di Hostel fosse al Iceland Film Festival del 2005. Durante il festival, in una cerimonia al Viking Village, Eythor Gudjonsson (l’attore che interpreta Oli) nominò Roth e Tarantino Vichinghi onorari. Il nome islandese di Roth è Eli Sheldonsson, quello di Tarantino è Quentin Conniesson.

Le curiosità su Hostel sono davvero molte, così come molti i messaggi che questa pellicola vuole mandare. Non solo violenza gratuita, ma un’ allegoria socio-politica, una denuncia nemmeno molto sottile che può facilmente esser raccolta da chi sa leggere oltre i fiumi di sangue, oltre le apparenze.