Nel panorama del cinema di genere italiano ci sono alcuni registi che negli ultimi anni si stanno facendo conoscere dal grande pubblico catalizzando l’attenzione con lavori di un certo livello. Tra questi non si può non citare Emiliano Ranzani, film-maker che dopo un’esperienza di 15 anni come operatore di camera e regista di cortometraggi, ha finalmente realizzato il suo primo lungometraggio: Blood Bags.

Sabato 19 febbraio abbiamo avuto il piacere di ri-incontrare Emiliano Ranzani su instagram (dopo che ci eravamo trovati al Trieste Science + Fiction Festival nel 2019 e lo scorso dicembre per una chiacchierata sul suo profilo) e lo abbiamo intervistato in LIVE a 360°. Certo, Blood Bags è stato al centro della chiacchierata, ma è stato anche lo spunto di partenza per ricollegarci a vari temi, dalla sua passione per il cinema horror, con cui Emiliano ha un legame forte e di lunga data, alla sua concezione della paura, dalle principali ispirazioni cinematografiche, ai progetti futuri.

Abbiamo aperto l’intervista chiedendo ad Emiliano Ranzani di presentare in breve il tema del suo Blood Bags.

Blood Bags parla di legami familiari, di una villa dove due ragazze hanno la sfortuna di entrare e di trovare un personaggio con un caratteraccio..”

e se vi sembra una risposta banale aggiunge..

ammetto di aver rubato parte della definizione della tagline di Aracnofobia (1990), “otto zampe, due zanne ed un caratteraccio”

Nella genesi di Blood Bags hanno avuto un ruolo importante alcune personalità cinematografiche conosciute da Emiliano Ranzani

Blood Bags nasce da una sceneggiatura scritta quando ero ragazzino.. A Torino mi è venuto a trovare Richard Stanley, ho conosciuto Can Evrenol, un ragazzo turco che ha realizzato Baskin (ancora corto), dovreste parlare. Tutto questo mentre ci ingozzavamo di pollo fritto e gustandoci una combo The Wicker Man – Inferno. Scrissi a Can [..]mi fece vedere il corto, era una bomba! […] Riscrivemmo quindi la sceneggiatura [..] perchè stavo andando troppo anche io verso la direzione di Baskin, venuto benissimo, ma ero consapevole che non sarei arrivato a quelle soluzioni. Non ho voluto combattere con Can su quel territorio. Ho adorato Baskin, è forse il film che mi ha fatto riscoprire la mia passione per l’horror, tra quelli moderni.

Abbiamo chiesto ad Emiliano come è nata l’idea principale per Blood Bags:

Mi trovai una volta a passeggiare in collina fuori Torino per trovare un mio amico. Mi resi conto che c’era una villa abbandonata che ricordava le illustrazioni dei libri di Richard Laymon. Fui fulminato da questa visione e l’idea venne fuori di getto, anche se le dinamiche erano un pò diverse da quelle che poi troviamo in Blood Bags.

In seguito, dopo la sera con Richard sul divano, abbiamo riconcettualizzato il film. Ricordo quando a Cannes ci siamo chiusi in una camera di albergo con i miei collaboratori e abbiamo studiato a come poterlo migliorare.

Sulla locandina (e nella trama) di Blood Bags domina una creatura. Abbiamo chiesto a Emiliano come è nata:

Sono un grande fan dei mostri. La concezione della creatura è nata in fase di riscrittura sedendo nella stanza con Davide (collaboratore), dovevamo ripensarla perchè inizialmente era un uomo-bestia che agiva senza grandi motivazioni. Mi ricordai di aver letto anni prima delle porfirie e dopo un pò di ricerche trovammo il morbo di Gunter. Abbiamo comunque cambiato e reso fantasiose le caratteristiche nel rispetto di chi soffre davvero di quella malattia, non ci sembrava giusto sfruttarle in quel modo.


“Il mio freak preferito rimane comunque il bambino di “Phenomena“*, sulle creature di fantasia direi i C.H.U.D., gli Alien e i Predator.. andrei avanti ore a parlare di mostri”

*più tardi nell’intervista Emiliano ci ha svelato che Phenomena è il film da cui è nato il desiderio di diventare regista

Blood Bags è un film adatto ad un sequel? Abbiamo stuzzicato il regista con questa suggestione.

“A dire il vero si, è già stato scritto un sequel di Blood Bags , abbiamo un soggetto di qualche pagina. Si tratta di una soria più feroce del primo film, una storia di vendetta, più rock ‘n roll, non più in una villa ma in un campo pieno di trappole mortali! ma in realtà non abbiamo intenzione di farlo, almeno per adesso..”

Blood Bags è un film che contiene vari easter egg e citazioni. C’è una scena con la ballerina, ad esempio, che sembra riecheggiare Suspiria..

In realtà no, pura serendipità, è stata una circostanza davvero casuale, non era presente in origine la ballerina in quella scena. Ma di easter eggs Bloo Bags è pieno, è un film citazionista, fanzinaro.

E’ vero che la villa del film nasconde un reale mistero, oltre quello raccontato nel film?

Quella villa era stranissima. Si trova a Carignano, fuori Torino, risale al ‘500. Quando ci hanno accompagnato a vederla, quelli del comune ci dissero che si trattava di una villa infestata e la notte era possibile vedere il fantasma della figlia del vecchio proprietario.. Da come ci dicevano tutti in giro sapevano di questa storia!

Abbiamo poi voluto chiedere a Emiliano quali sono i suoi progetti futuri, post Blood Bags.

“Ci ne sono diversi progetti futuri, il più grosso lo abbiamo annunciato a fine 2020, si intitola Carnivora Subumana ed è un horror puro, più duro di Blood Bags. C’è già una distribuzione interessata a livello internazionale! E c’è anche un attore americano importante che ha letto la sceneggiatura e che vorrebbe far parte del film… Ma ancora non possiamo svelare nè ufficializzare niente!

Sul rapporto tra streaming e sala:

La sala purtroppo è destinata a sparire, soprattutto per certi tipi di film. [..] Io sono personalmente un grande appassionato e collezionista di home-video. Il covid comunque ha portato un’evoluzione che ci si aspettava più in là, tra vari anni, cinque o sei. Nel 2019 qui la preponderanza dello streaming non era così netta come ora.

Per concludere lo abbiamo stuzzicato con una doppia domanda secca: Preferisci Argento o John Carpenter? La risposta è istantanea:

Tutti e due!


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Potete recuperare il video integrale dell’intervista ad Emiliano Ranzani di seguito

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