Carrie – Lo sguardo di Satana è l’adattamento del primo romanzo di Stephen King, e la prima di oltre cento produzioni cinematografiche e televisive adattate o basate sulle opere di King. In Italia il film usciva il 22 febbraio del 1977, e ancora oggi resta una pietra miliare del genere horror, che ha influenzato in modo significativo la cultura popolare ed è giustamente considerato uno dei più grandi horror mai realizzati.

Trama: Tormentata da una madre tirannica ed estremamente cattolica, Carrie affronta un’adolescenza difficile. La ragazza è inoltre oggetto di scherno delle sue compagne di scuola, fino a quando scopre di possedere dei poteri soprannaturali.

Carrie
Carrie (Sissy Spacek)

Brian De Palma è un maestro del cinema che ormai non ha bisogno di presentazioni, negli anni ’70 ha davvero saputo innovare il linguaggio cinematografico con i suoi virtuosismi, e allo stesso tempo riproponendo anche un cinema classico del regista che più lo ha influenzato, ovvero Alfred Hitchcock. De Palma riesce a mettere in scena abilmente ogni sequenza con un’audacia tecnica che accumula suspense fino alla scioccante umiliazione del ballo di fine anno. Una delle costanti nelle sue opere è sicuramente il voyeurismo, che è presente anche in questo film. Nella prima scena siamo nelle docce di una scuola, ci avviciniamo alla protagonista, come anche nel suo Vestito per uccidere, il corpo di Sissy Spacek viene ripreso con uno stile quasi da melodramma per poi destabilizzarsi con il sangue mestruale che irrompe.

L’adolescenza vista dagli occhi di Carrie

Capiamo subito che la vita della giovane Carrie è turbata da paure e angosce, dopo essere derisa dalle compagne cerca ancora di aggrapparsi ad uno spiraglio di normalità, in classe s’infatua di Tommy. Per Carrie, Tommy rappresenta l’ultima speranza di adattarsi, un’opportunità altrimenti impossibile di essere normale che si avvera quando lui accetta di accompagnarla al ballo di fine anno.

Carrie
Sissy Spacek a casa con la madre Margaret (Piper Laurie)

In Carrie, il corpo femminile guida la narrazione e ci vengono costantemente ricordate le conseguenze della sua violazione. Le scoperte emotive che i bambini e gli adolescenti attraversano sono uno dei temi ricorrenti nelle opere di Stephen King, e sono sicuramente al centro di questa storia. Carrie prende consapevolezza non solo dei suoi poteri, ma anche della sua forza mentale e del suo corpo. Assistiamo ad una lotta costante nella dualità di Carrie, una battaglia fra il lato di Carrie che vuole essere buono e il lato vendicativo della sua telecinesi che alla fine vince. Ma anche qui, la sua umanità non si perde mai completamente anche nel mezzo della distruzione. Si tratta in fin dei conti di una ragazza fragile, vittima di abusi e bullismo, e con dei poteri che invece di aiutarla le complicano la situazione.

Carrie
Nancy Allen e John Travolta

La madre ossessiva e la religione

A casa, Carrie è stata vittimizzata dalla madre ferventemente religiosa, una donna ossessionata dalla sua paura della sessualità. Ma questa paura non è riuscita a trasmetterla pienamente a sua figlia. Margaret (un’impeccabile Piper Laurie) parla della maledizione femminile del sangue, un’idea che, tragicamente, si rivela corretta quando dice: Prima viene il sangue, poi viene il peccato. Il sangue previene le esplosioni di telecinesi di Carrie, sia nello spogliatoio della ragazza dopo le mestruazioni che più tardi durante il famoso e sanguinoso ballo di fine anno. Per Margaret, il sangue è il significante della femminilità, che per lei equivale appunto al peccato

Carrie

Quando la madre capisce che Carrie è ormai cresciuta, predica il suo stesso sermone indossando un completo nero, rinchiude sua figlia in un ripostiglio come punizione per essere diventata una donna; all’interno, Carrie deve accendere candele e pregare. La religione contorta è un tema predominante nelle opere di King (la signora Carmody di The Mist potrebbe anche essere la cugina altrettanto bizzarra di Margaret White) e De Palma la usa qui per intrecciare un elemento horror gotico attraverso la casa di Carrie.

Carrie

L’iconografia che riempie la loro casa non è fatta di immagini di fede benevola, ma di morte. C’è un’Ultima Cena in cui gli apostoli riuniti sembrano non avere gli occhi, sono vuoti ed oscuri. Carrie inoltre resta a fissare la statua di San Sebastiano con il corpo trafitto dalle frecce, e quegli occhi hanno un bagliore inquietante e profetico.

Carrie

La sequenza del ballo di fine anno è una vera e propria lezione di regia

La regia sempre magistrale raggiunge l’apice nella scena del ballo (con la sublime musica di Pino Donaggio), per tutta la scena si avverte un senso di terrore incombente, sappiamo che da un momento all’altro succederà qualcosa di terribile. Il lento zoom che segue ogni reazione di Carrie, la ripresa al rallentatore mentre sta per essere incoronata, dopo aver ballato con Tommy in una sequenza sognante e melodrammatica. De Palma fa girare la telecamera sempre più velocemente intorno alla coppia felice, fino a quando sembra perdere il controllo, l’elemento di disturbo è ovviamente quel secchio di sangue di maiale in bilico su di lei

Carrie
Carrie

Il crescendo della tensione è paragonabile al miglior Hitchcock, man mano che ci avviciniamo alla caduta del secchio, con un’attesa agonizzante che ci fa sentire impotenti davanti a quello che sta per accadere. Poi, dal punto di vista di Carrie, tutti iniziano a ridere in un incubo caleidoscopico. E ora, a quanto pare, la madre aveva ragione nella sua previsione che quella sera sarebbe stata una catastrofe.

Carrie
Carrie

Furia vendicativa

Il ballo di fine anno si trasforma nell’inevitabile apocalisse, con la sua furia vendicativa, un vero e proprio bagno di sangue. Carrie non ha niente ora, e il potere che credeva fosse un miracolo di Dio l’ha apparentemente dannata. Senza preavviso. Anche dopo essere tornata a casa continua a tremare tutto fino a crollare con Carrie all’interno. Chi può dire se è una forza divina che la punisce o semplicemente il desiderio inconscio di Carrie di porre fine a tutto questo?

Carrie

L’ultimissima scena presenta uno shock aggiuntivo, dopo quello che si pensava essere il vero finale del film. Siamo nel sogno di Sue, si avvicina alla tomba di Carrie, ma il suo braccio insanguinato si protende dalle macerie per afferrarla, svegliandola in preda al panico. Questa scena sembra in parte giustificare la tesi di Margaret che il diavolo stava lavorando attraverso la figlia, la stessa Carrie che ora cercava di tornare dall’inferno.

Carrie
Il sogno di Sue

La potenza scenica di questo film resta ancora incredibilmente moderna e stratificata. Giustamente definito uno dei migliori film nel genere horror. Carrie è un’opera che si trasforma in una sorta di esperienza punitiva, dove la protagonista rappresenta anche quelle lunghe battaglia perse in passato dalle donne perseguitate per la loro femminilità – di cui anche le loro vittorie sono dannate – in modo tale che la paura stessa della donna diventi il ​​mostro centrale di Carrie.

Classificazione: 5 su 5.

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