La Stregoneria attraverso i secoli

Chiunque sia interessato al tema stregoneria o inquisizione non può assolutamente perdersi questa gemma di Benjamin Christensen. Film muto e pressochè sconosciuto Haxan è assolutamente da riscoprire oltre che per il modo in cui affronta il tema anche e soprattutto per l’insieme di tecniche utilizzate.


Avanguardia retrò

Accompagnato da musica classica e narrato da poche ma efficaci didascalie, Haxan vuole essere una sorta di documentario sulla stregoneria attraverso i secoli, un viaggio di scoperta e divulgazione di credenze e superstizioni che parte dai popoli antichi sino ad arrivare al tempo in cui è stato girato, gli anni 20. Soffermandosi particolarmente sull’epoca più nera della caccia alle streghe, il XV secolo, la pellicola ci mostra scene piuttosto forti per un pubblico dell’epoca. Sabba infernali, demoni e torture di povere vittime sottoposte a inumani interrogatori da parte di preti che esercitano un potere troppo grande e insindacabile. Diviso in sette capitoli utilizza immagini storiche, incisioni, animazioni e attori in carne ed ossa ed incanta con effetti assolutamente all’avanguardia per quei tempi. Affascinante la fotografia, curata da Johan Ankerstjerne, stupisce nell’uso di filtri e colori diversi che aiutano anche la narrazione cambiando a seconda delle scene, tra dialoghi diretti e vicende ricordate.

Sabba e torture

Nella storia centrale e più celebre della pellicola, vediamo una vecchia mendicante che, accusata di stregoneria, viene torturata e costretta ad ammettere le sue fantomatiche colpe. La donna confessa di aver preso parte a un sabba, descrivendone perfettamente alcuni momenti, come l’unzione del corpo, il sacrificio dei neonati o il bacio sacrilego sul fondoschiena del diavolo, accusando a sua volta altre donne di aver preso parte all’orgia stregonesca. E sono questi racconti che vengono messi in scena con inventiva e maestria dal cineasta che, nella pellicola, interpreta proprio il diavolo!

Haxan è un film fantastico, molto sperimentale che, in piena epoca del muto, ci regala trovate visive straordinarie. Il volo delle streghe a cavallo delle loro scope, al di sopra dei tetti, è davvero sorprendente. Notevoli gli effetti in stop motion ed i trucchi di diavoli e demoni rappresentati nella loro iconografia più classica.
Le scenografie di Richard Louw e i costumi hanno la loro importanza e riescono a ricostruire fedelmente la vita nel medioevo rendendo il documentario così credibile da sembrare una presa diretta dei tempi.

Espressioni ed impressioni

A colpirmi particolarmente sono gli incredibili primi piani che Christensen fa ai suoi interpreti. Una collezione di volti che ipnotizzano e affascinano a partire da quello di Maren Pedersen (a quanto disse il regista una fioraia reclutata dalla strada) nel ruolo della sfortunata e povera anziana tacciata come strega.
La sua pelle è una ragnatela di rughe in mezzo al quale spiccano due occhi così profondi che bucano lo schermo e ti colpiscono forte con un’ espressività esplosiva e intensa che rimane profondamente impressa nella mente dello spettatore.

haxan

Christensen ha un attenzione particolare per i volti dei suoi attori e la naturalezza che esprimono è controcorrente rispetto all’epoca del cinema muto dove gli interpreti spesso esasperavano le reazioni e mimavano ogni situazione in modo molto teatrale per sopperire alla mancanza di dialogo. Questo in Haxan non avviene, ed è pura avanguardia per l’epoca. Nudità, simboli sacri calpestati e strane pozioni preparate con parti di cadaveri: è facile capire perchè il film fu censurato completamente in America.

Avvolgente, surreale, evocativo e magico, con più di un rimando alla pittura fiamminga di Hieronymus Bosch ed alle opere di Francisco Goya, Haxan merita assolutamente un posto d’onore tra i primi horror della storia!