Il gatto a nove code, mezzo secolo dopo

Era il 12 febbraio 1971 quando nelle sale italiane usciva il secondo capitolo della “Trilogia degli animali” firmata Dario Argento, apertasi con L’Uccello dalle piume di cristallo l’anno precedente e conclusasi nel medesimo anno con 4 mosche di velluto grigio. Oggi, a distanza di 50 anni esatti, andiamo alla scoperta di alcuni sfiziosi retroscena e aneddoti de Il gatto a nove code (Cat o’Nine Tails) con una raccolta di 5 curiosità. Si parte!

  1. Su una lapide del cimitero è scritto “Di Dario”, riferimento al regista del film, allora 31enne.

2. La colonna sonora è composta da Ennio Morricone. La traccia più celebre è Paranoia prima, che è stata riutilizzata anche in Death Proof, il segmento di Quentin Tarantino del film Grindhouse.

3. Il film prevedeva in origine una conclusione differente: dopo la morte dell’assassino, un’ultima scena mostrava James Franciscus a letto, medicato con delle fasciature per le ferite riportate nella colluttazione con l’omicida; accanto a lui Catherine Spaak. Insieme si riconciliavano.

4. La scena in cui Giordani incontra Anna Terzi a casa di suo padre è un riferimento alla scena del romanzo Il grande sonno (The Big Sleep) di Raymond Chandler  in cui Marlowe incontra Vivian Regan per la prima volta a casa di suo padre. Parti del dialogo sono riprese letteralmente.

5. Sebbene sia uno dei suoi film di maggior successo, Il gatto a nove code” è il “meno preferito” di Dario Argento trai suoi film.

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