Una rilettura coerente ma al contempo innovativa della trilogia di Raimi, La Casa – Il Risveglio del Male regala allo spettatore sangue, spaventi e tanta azione

Non è un caso che nel titolo abbia usato l’espressione Trappola di sangue: perché proprio come nel primo film della saga di Die Hard del 1988, ci troviamo in un palazzo a Los Angeles pieno di pericoli e morte. Paragone a parte, capiamo subito come il quinto film del franchise sia qualcosa di estremamente diverso dai precedenti. Ne Il Risveglio del Male troviamo meno ironia rispetto alla trilogia di Raimi (ma parecchie situazioni altrettanto grottesche) e più realismo (senza esagerare) come nel remake/spinoff di Alvarez del 2013. Quello che davvero cambia è il setting: una piovosa notte losangelina in un palazzo fatiscente, e il nucleo di personaggi: una famiglia unita ma con parecchi problemi da risolvere. Uniteci la supervisione di Raimi e Campbell in produzione ed ecco che il film di Lee Cronin riesce a conquistare anche il cuore dei fan.

Il Male non dorme mai

Dopo un prologo in una cabin nel bosco in cui vediamo alcuni ragazzi rilassarsi vicino ad un lago (prima inquadratura geniale nel far capire gli intenti del regista), l’ambientazione piomba nella notte di Los Angeles. Il Risveglio del Male si apre con Beth (Lily Sullivan), una fonica che ha appena scoperto di essere incinta, che si reca a trovare la sorella ed i nipoti. Ellie (Alyssa Sutherland) è una madre single che cerca di far del suo meglio per crescere i figli. Danny (interpretato dall’attore transgender Morgan Davies) appassionato di musica, Bridget (Gabrielle Echols) l’attivista della famiglia e la piccola Kassie (Nell Fisher). Dopo aver accolto la zia, i ragazzi escono a prendere delle pizze per cena, ma al loro ritorno un violento terremoto sveglierà qualcosa che era stato a lungo sepolto sotto il palazzo.

SE NON VOLETE ULTERIORI SPOILER, VI CONSIGLIAMO DI FERMARVI CON LA LETTURA

Un caveau, un libro e tre vinili

Danny deciderà di infilarsi in un buco del terreno (ironica citazione al precedente film di Cronin, The Hole – L’Abisso) e si ritroverà all’interno del caveau della banca su cui era stato costruito il palazzo. Tra croci e polveri, in un sarcofago troverà un libro e tre vinili. Anche nel Risveglio del Male, come nelle migliori tradizioni del franchise, i protagonisti evocheranno qualcosa di oscuro. Ho molto apprezzato che al posto del nastro ascoltato da Ash abbiano optato per il vinile, dando un senso anche all’attrezzatura di Danny per fare il DJ.

Ovviamente il libro è un Naturom Demonto, un libro dei Morti completo di rilegatura in pelle umana e scritto con il sangue. Nelle registrazioni ascoltiamo un prete rivelare che dopo che il testo era stato portato negli Stati Uniti, la sua decifrazione aveva fatto impazzire e morire tutti gli altri sacerdoti.

Un nuovo Necronomicon?

L’aspetto del libro demoniaco è parecchio diverso dai quelli visti in precedenza. Sul lato è presente una fila di denti aguzzi e delle nervature sotto la pelle della copertina. E’ proprio dalla voce di padre Littleton che capiamo che si tratta di uno dei tre libri dei Morti. Non è quello visto nella trilogia di Raimi, né quello visto nel remake/spinoff di Alvarez. Siamo probabilmente di fronte al terzo Naturum Demonto, come dice lo stesso Cronin:

Per me è semplice: sono andato da Sam Raimi e gli ho detto “Ci sono tre libri, così come hai fatto vedere nell’Armata delle Tenebre”.

Tu nei hai usato uno, Fede Alvarez un altro e io sono disposto a prendere il terzo e percorrere quest’altra strada”.

In questo modo sono plausibili tre linee narrative, non per forza ambientate in universi differenti, quindi con la possibilità che magari un giorno si intreccino tra loro. Il regista aggiunge anche che Bruce Campbell fa effettivamente un cammeo, solamente vocale, come voce di uno dei preti (ma potrebbe trattarsi anche di Ash, visto che viaggia nel tempo) che si sentono sul vinile. Sempre Cronin:

Bruce è venuto in Irlanda mentre stavamo lavorando al sound mix del film e gli ho chiesto se poteva fare questo minuscolo, piccolo cammeo. E la cosa divertente è che non è necessariamente Bruce Campbell che interpreta qualcun altro, perché potrebbe benissimo trattarsi di Ash Williams.

Il Risveglio del Male: omaggi registici e tanto amore il brand

Cronin ha dimostrato di essere prima di tutto un fan della saga de La Casa, infatti Il Risveglio del Male è pieno di citazioni visive a Raimi. Queste però non sono solo fini a sé stesse, ma servono per portare avanti una trama semplice ma coerente. Doppi punti focali, shaky cam amatoriali, montaggio serrato: sono alcuni degli stilemi che il regista usa per rendere il suo film parte di quel mondo grondante di sangue. Lo sviluppo della storia avrà esiti non tutti prevedibili, anche per chi conosce il genere. In questo modo la visione risulta ancora più scorrevole, come un viaggio sulle montagne russe del terrore.

Make up e litri di sangue

Ottimi anche gli effetti speciali che utilizzano in gran parte prostetica e poca CGI. In questo modo i deadites risultano ancora più spaventosi ed alcune scene davvero ben congeniate e disturbanti. Pezzi di vetro ingoiati e deglutiti ed arti staccati, non mancheranno. Interessante anche il villain finale che sembra uscito da La Cosa di Carpenter o da Il Colore Venuto dallo Spazio di Stanley. Peraltro realizzato con il minimo della CGI, per aumentare il realismo del terrore.

Così come i 6500 litri di sangue finto utilizzati dalla produzione de Il Risveglio del Male per inondare prima l’appartamento e poi il palazzo. Già cult anche la scena dell’ascensore, chiaro rimando allo Shining di Kubrick. Oppure come il corridoio ricoperto di sangue, in quella sequenza tutta a camera fissa dallo spioncino della porta dell’appartamento di Ellie.

Molto bello anche il finale, capace di collegarsi al prologo, rivelando che ormai il Male è stato liberato e forse solo Beth (o Ash oppure Mia) potranno fermarlo!

Il Risveglio del Male riesce a soddisfare gli amanti del franchise, non limitandosi al solo compitino del remake, ma espandendo ancora di più la lore del mondo creato nel 1981 da Sam Raimi

Classificazione: 3.5 su 5.

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