Labyrinth, diretto da Jim Henson e uscito in sala nel 1986, costò 25 milioni di dollari. Al botteghino si rivelò un fiasco. Ma la trasposizione per l’home video ebbe risultati ben diversi: malgrado lo smacco iniziale, il film andò oltre la soglia del successo, per diventare un’icona. Come non restare incantati dall’interpretazione di David Bowie? O dalla dolce Jennifer Connelly nei panni di Sarah? Il lungometraggio è ambientato perlopiù in un labirinto, popolato da creature che condiscono il film di follia. Si tratta dei goblin: esseri umanoidi, dall’apparenza e i modi grotteschi, che sembrano sbucati dal mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie.

“Desidero che gli gnomi ti portino via, all’istante!”

In Labyrinth, la piccola Sarah è infelice. Soggetta ad una mancanza di attenzioni da parte dei genitori, evita la realtà rifugiandosi in mondi immaginari, abitati da creature fantastiche e bizzarre. Ma sono davvero soltanto prodotti della sua immaginazione? Lo scoprirà in una fatidica notte, quando mamma e papà le chiederanno di badare al proprio fratellino. Sarah, stufa, invocherà gli gnomi per liberarsi del neonato. Qualcuno si presenterà davvero e soddisferà il suo desiderio. Lacerata dal conflitto, la protagonista dovrà prendere una decisione: salvare il fratellino o lasciarlo nelle mani di qualcuno che lo trasformerà in un goblin? Sarah aprirà il proprio cuore e sceglierà di intraprendere un viaggio attraverso un labirinto gremito di fate, mostri e folletti che la condurranno ad una maturazione personale.

I goblin nella cultura pop

I goblin hanno conosciuto una grande diffusione grazie al gioco di ruolo fantasy Dungeons & Dragons. In questo caso, le suddette creature sono spesso nemiche delle varie razze umane e semi-umane. Nella narrativa fantasy moderna, i goblin si rifanno perlopiù agli orchi di J. R. R. Tolkien: nella sua Terra di Mezzo, “orco” e “goblin” erano nomi con cui indicava la stessa razza di creature. Nella serie di libri di Harry Potter, le creature in questione sono umanoidi, dal caratteristico aspetto bizzarro, ma sono anche civili e spesso svolgono il mestiere di banchieri o artigiani. In numerosi fumetti e film su Spider-Man, appare invece il Green Goblin. Si tratta di un supercriminale, che grazie all’ingestione di una sostanza subisce un miglioramento delle proprie facoltà fisiche. Dietro la maschera si cela il filantropo Norman Osborn (Spider-man, 2002) e successivamente il figlio Harry Osborn (The Amazing Spider-man 2, 2014).

Il Grande Goblin (Lo Hobbit, 2012)

Le origini del “vero” goblin

L’ortografia della parola goblin varia spesso nel corso della storia e a seconda dei paesi a cui si fa riferimento. Ma il goblin “inglese” potrebbe essere nato nel XIV secolo. Il termine deriverebbe dal francese antico “gobelin” e “gobelinus”, che nel medioevo era il nome di un demone. Questo mostro, secondo la leggenda, infestava la zona intorno al paese di Évreaux, in Normandia.

I goblin furono al centro di molti racconti del folklore. Trovarono particolare diffusione nel Regno d’Inghilterra e in Scozia, sicuramente a causa dell’influenza celtica, i cui culti, tradizioni e credenze ammettevano l’esistenza di elfi, banshee e folletti, che erano parte integrante della loro mitologia.

Come testimonia il racconto The Benevolent Goblin, i piccoli umanoidi verdi non hanno sempre avuto valenza negativa. Questa storia fa parte della raccolta Gesta Romanorum, che contiene racconti scritti tra il XIII e XIV secolo, appartenenti ad autori incerti e inizialmente scritti in latino.

Nel Regno d’Inghilterra c’era una collinetta in mezzo a un fitto bosco. I cavalieri e i loro seguaci erano soliti riposare lì, quando erano stanchi e assetati dopo la caccia. Un giorno, quando uno di loro gridò: “Ho sete!”, apparve un Goblin dal volto allegro, con addosso una veste cremisi, che portava nella mano tesa un grande corno da bere. L’oggetto era decorato con oro e gioielli preziosi, e pieno di una bevanda deliziosa, ma sconosciuta agli uomini. Il Goblin presentò il corno al cavaliere assetato, che bevve e si sentì immediatamente rinfrescato. Dopo che il bevitore ebbe svuotato il corno, il Goblin offrì un tovagliolo di seta per asciugarsi la bocca. Quindi, senza aspettare di essere ringraziato, la strana creatura scomparve all’improvviso, come era venuta. 

Un’altra volta, invece, c’era un cavaliere dalla natura rozza, che cacciava da solo in quelle terre. Sentendosi assetato e affaticato, visitò la collinetta e gridò: “Ho sete!” Immediatamente il Goblin apparve e presentò il corno. Quando il cavaliere lo ebbe svuotato della sua deliziosa bevanda, invece di restituire il corno, lo mise nella cintura e se ne andò in fretta. Si vantò in lungo e in largo delle sue azioni, e il suo signore feudale che ne venne a conoscenza lo fece legare e gettare in prigione. Ma temendo che anche lui potesse partecipare al furto e all’ingratitudine del cavaliere, il signore presentò il corno ingioiellato al re d’Inghilterra, che lo conservò con cura tra i tesori reali. Il benevolo Goblin non tornò mai più alla collinetta nel bosco.

Goblin Market: servirsi del goblin per denunciare la violenza sulle donne. 

Un’opera che merita senz’altro di essere menzionata in questo articolo è Goblin Market. Si tratta di un poema scritto dalla poetessa vittoriana Christina Rossetti, pubblicato nel 1862. I goblin, in questo caso, sono simboli dei desideri terreni, che stuzzicano una ragazza per fini malevoli. Lei cade sotto il loro incantesimo. Ma riesce a scappare grazie all’aiuto di sua sorella. L’intento della poesia, infatti, è quello di dare fiducia alle donne. Non a caso, ci troviamo in un periodo storico in cui le donne cominciano ad unirsi per avere gli stessi diritti degli uomini. Goblin Market è un grido di speranza, specialmente per le vittime di violenza: “Le donne, unite, possono superare qualsiasi ostacolo!”

Goblin Market: edizione del 1867, pubblicata dalla Tipografia e Litografia Pellas e curata da T. Pietròcola Rossetti.

L’aspetto dei goblin

Il loro aspetto varia a seconda del paese di origine. La maggior parte di essi, comunque, è nota per avere capelli scompigliati e pelle di colore verde. Spesso hanno anche un naso lungo. Quelli più “stereotipati” sono i Kobolds, simili a Dobby, l’elfo domestico di Harry Potter.

In Labyrinth, David Bowie interpreta il Re di queste creature, che ricorda solo vagamente un Kobold: le sue caratteristiche estetiche, miste alle capacità artistiche, fanno di lui il goblin più affascinante che sia mai esistito.

Altri lungometraggi e film d’animazione in cui sono presenti i goblin: Legend (1985); Gravity Falls (2012-2016); Hellboy (2019); Il cacciatore e la regina di ghiaccio (2016); Spiderwick – le cronache (2008); Taaron e la pentola magica (1985); Scooby Doo e il re dei Goblin (2008); Goblin (2010); Troll 2 (1990); Hiruko the Goblin (1991). Goblin è anche il nome di un celebre gruppo musicale che ha composto colonne sonore per molti film di Dario Argento, come Profondo Rosso e Suspiria.

I goblin sono più di quello che potrebbe sembrare: come i demoni, rappresentano metafore e concetti che servono a conoscere meglio la natura dell’uomo.

Come dice Sarah in Labyrinth: “Non so perchè, ma di quando in quando, nella mia vita, senza apparenti ragioni io sento il bisogno di tutti voi!”