Lynch/Oz: più di una normale ispirazione

I temi, le immagini e il linguaggio peculiare de Il Mago di Oz di Victor Fleming continuano a ossessionare l’arte e la filmografia di David Lynch – dal suo primo cortometraggio, L’alfabeto, fino all’ultima delle sue serie, Twin Peaks: Il ritorno. Si può affermare che nessun regista abbia tratto tanta ispirazione – coscientemente o inconsciamente – da una singola opera. David Lynch è intrappolato nella terra di Oz? Se sì, possiamo sviluppare un nuovo modo di leggere le opere di Lynch tenendo conto di questa profonda connessione con Il Mago di Oz? A loro volta, Mulholland Drive, Strade Perdute o The Elephant Man costituiscono una risposta e uno sviluppo del film fantasy per eccellenza della cultura americana?

Attraverso sei diverse prospettive, narrate da alcune tra le voci più interessanti del cinema contemporaneo, Lynch/Oz ci trascinerà giù nella “tana del coniglio”, aiutandoci a rivivere e re-interpretare Il Mago di Oz, offrendoci un nuovo modo di apprezzare il simbolismo di Lynch attraverso le lenti della sua più grande fonte di ispirazione.

Ha detto il regista..

Il Mago di Oz è per certo il primo film americano fantasy per bambini, la più nota fiaba popolare degli Stati Uniti. Come tale, ha generato una lunga serie di sequel, spettacoli teatrali, musical, e, ovviamente, film e programmi tv.
L’adattamento hollywoodiano di Fleming del 1939 si è radicato nella psiche americana, come nessun altro film era riuscito a fare fino ad allora. Due anni fa, dei ricercatori dell’Università di Torino hanno analizzato 47.000 film di 26 generi diversi, focalizzandosi sui dati che mostravano nello specifico riferimenti a film o a pellicole successive. Hanno dimostrato che Il Mago di Oz fosse il film più influente mai realizzato – davanti a Star Wars, Psycho, King Kong e 2001: Odissea nello Spazio. Joel Coen una volta ha scherzato dicendo “ogni film tenta di essere un remake de Il Mago di Oz”, e ci sono pochi dubbi che l’autore americano contemporaneo più enigmatico, David Lynch, continui a insistere su temi, immagini, motivi e idee derivanti dalla “land somewhere over the rainbow”. Se la dichiarazione di Joel Coen può sembrare un’iperbole, ci sono prove conclamate a suggerire che ogni film di Lynch sia una rivisitazione de Il Mago di Oz – a volte più apertamente (Cuore Selvaggio, Twin Peaks: Il Ritorno) e altre oltre in modo più criptico (Strade Perdute, Mulholland Drive).
La simbiosi di lunga data tra la fiaba fondativa della cultura americana e il suo autore surrealista più importante e celebre non è solo un fenomeno hollywoodiano senza precedenti, è anche uno dei puzzle più affascinanti della storia del cinema. Se è innegabile che la “terra di Oz” abbia plasmato in modo ossessivo.

Alexandre O. Philippe

Alexandre O. Philippe ha ricevuto un MFA in Sceneggiatura Drammatica da parte della Tisch School of Arts della NYU ed è Direttore Creativo della Exhibit A Pictures. Per tutto il suo repertorio che include Doc of the dead (SXSW 2014), 78/52 Hitchcock’s Shower Scene (Sundance Film Festival 2017), e Memory: the Origins of Alien (Sundance Film Festival 2019), Alexandre ha sviluppato il suo personale brand di cinema d’essai, esplorando l’arte della regia e i suoi praticanti. Tra i suoi lavori più recenti includiamo Leap of Faith: William Friedkin on the Exorcist (Mostra d’arte cinematografica di Venezia 2019, Sundance Film Festival 2020) e The Taking, presentato al BFI London Film Festival e al Fantastic Fest nel 2021. Lynch/Oz è il suo decimo lungometraggio

Elenco delle sale (in aggiornamento)

https://www.wantedcinema.eu/it/article/lynch/oz

Lynch/Oz sarà al cinema solo il 15, 16 e 17 maggio con Wanted