La saga di Resident Evil è certamente una delle più apprezzate nel vasto panorama horror che oggi troviamo anche nei videogiochi.

Molti si chiedono come mai una saga come quella sviluppata da Capcom possa avere talmente tanto successo da essere addirittura fonte di ispirazione di una serie di film (a mio avviso davvero discutibili) che hanno collezionato discreti incassi al cinema.

Il motivo parte da molto in basso. L’idea venne fuori da un noto ideatore, nonché papà di svariate serie videoludiche, tale Shinji Mikami. Quando venne rilasciato il suo primo Resident Evil nel 1996, grande gioco ispirato al noto film La notte dei morti viventi, i videogiocatori di tutto il mondo iniziarono a saltare dalle sedie come palle pazze, tant’è che il titolo – totalmente innovativo e originale – vendette la bellezza di 5 milioni di copie, senza contare poi la versione Director’s Cut che ne vendette altre 3.94 milioni.

resident evil

Nel 1997 risulta il gioco più venduto per Play Station e pensate che ha avuto un ulteriore remake nel 2002, che a sua volta, da quella data ad oggi, nelle versioni PlayStation e Nintendo GameCube ha venduto in totale la bellezza di 11 milioni di copie. La versione rimasterizzata del remake in HD per le attuali console ha venduto 2.3 milioni di pezzi. Insomma, dei numeri sensazionali per un gioco, che si tratta solo del primo storico capostipite della serie.

Pensate poi al secondo ed anche al terzo capitolo della serie. Una storia così ben fatta ed originale non poteva non avere dei seguiti, per dì più spettacolari e forse ancora più belli. Il secondo arriva nel lontano 1998 – e visto l’enorme successo conseguito avrà un remake anche lui nel 2019 – vendendo la bellezza pensate di ben 5 milioni di copie solo su PlayStation, diventando poi, di lì a pochissimo, il gioco più venduto in America del Nord. Il fine settimana successivo alla sua uscita, vendette 380 mila copie e incassò 19 milioni di dollari, disintegrando letteralmente i record già stabiliti in precedenza da Final Fantasy VII e Super Mario 64.

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Resident Evil 2 ha lasciato un’eredità importantissima, essendo di fatto considerato il survival horror game per eccellenza da molti esperti, mentre secondo svariate testate, è tutt’oggi ritenuto trai 5 videogiochi più belli di sempre. Insomma, una bella responsabilità quella di Capcom nel farci un ulteriore remake per PlayStation 4, che tutto sommato si è fatto rispettare, ma la strada per raggiungere numericamente il suo storico predecessore è ancora lunga e tortuosa.

Anche Resident Evil 3 ha saputo dire la sua, sebbene non sia riuscito a stabilire i record dei giochi precedenti. Il gioco è ambientato 24 ore prima Resident Evil 2 e termina 24 ore dopo, un lasso di tempo nel quale bisogna farsi strada cercando di sopravvivere ad un terribile mostro – Tyrant – dal nome in codice Nemesis, che ci costringerà a fare di tutto per averne sempre meno a che fare.

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Dopo il buon successo di Nemesis, Resident Evil si prende un anno di pausa circa ed in seguito arriva RE: Code Veronica su Dreamcast (successivamente riportato sia su PlayStation 2 che Nintendo GameCube e anche rimasterizzato in HD per le console di nuova generazione con dei contenuti aggiuntivi e la dicitura “X” al termine del titolo): grande successo dove vengono introdotti i fondali in 3D per la prima volta, diversamente da quelli pre-renderizzati dei capitoli precedenti. Gioco dalla trama super osannata, riesce a vendere 2.54 milioni di copie nelle sue varie versioni.

Poi arriva la decisione di Capcom di cambiare un po l’imprinting della serie, andando a mescolare al genere survival horror quello action, scatenando non poche polemiche da parte dei fan. Nonostante ciò, i vari Resident Evil che hanno aderito all’iniziativa (il 4, 5 e 6)  vendono quantitativi allucinanti, arrivando a far vendere alla casa di Osaka oltre le 20 milioni di copie, di cui il più venduto dell’intera serie rimane proprio quel Resident Evil 5 che fu molto spesso criticato dagli stessi appassionati (11 milioni di copie in tutto il mondo).

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Dopo questa strigliata alla casa giapponese sul fatto dell’impostazione troppo alla Action Man degli ultimi titoli della serie, la Capcom accontenta i fan regalandogli un vero e proprio ritorno alle origini, anche se questa volta totalmente in soggettiva, con Resident Evil VII. Un gioco che ancora oggi dopo due anni dall’uscita ha all’attivo ben 6.1 milioni di copie vendute, un ottimo risultato che ha spinto gli stessi sviluppatori a proseguire la saga con un ottavo capitolo di cui ancora non ne si conosce l’uscita. L’innovazione sicuramente più spettacolare di RE7 è la possibilità di giocare la storia (per chi ne fosse in possesso) con un PSVR (visore per la realtà virtuale), che ne rende l’esperienza ancora più terrificante e coinvolgente.

Nonostante ciò, la saga di Resident Evil non ha avuto solo successi: ci sono dei titoli che lasciano veramente a desiderare come i vari RE: Outbreak, Dead Aim, The Umbrella Chronicles, Operation Raccoon City e così via. Tutti giochi vanno a finire nel dimenticatoio per la loro mediocrità assoluta, vista la mancanza di storie di un certo livello, durata, e atmosfere decisamente lontane anni luce da quelle dei veri capitoli della serie.

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Qualche sbavatura come avete visto c’è stata: ma il franchise di Resident Evil rimane solidissimo, ricco di giochi di spessore e con storie che sanno coinvolgere; in più, nonostante un gameplay che oggi può risultare piuttosto macchinoso perché porta ormai il peso degli anni sulle spalle, rispolverare vecchi titoli come RE2 e RE3 non vi annoierebbe affatto perché lasciano sempre trasparire quel senso di coinvolgimento tipico della serie.

Questo spiega il quesito che ci siamo posti come titolo dell’articolo. Il resto lo lascio interpretare a voi.