Distribuito da Vertice 360, dal 18 gennaio è arrivato nelle sale italiane The Piper, il nuovo horror del regista islandese Erlingur Thoroddsen, che ne ha curato anche la sceneggiatura. Nel cast Charlotte Hope (The Nun, Il Trono di Spade) veste i panni della protagonista Melanie. La affianca nel suo ultimo ruolo Julian Sands – a cui il film è infatti dedicato – nei panni del direttore d’orchestra Gustafson.

Il poster ufficiale del film

La trama

Melanie Walker, una giovane flautista, è incaricata di recuperare e completare la partitura di un concerto a cui stava lavorando la sua mentore, defunta in circostanze misteriose. Scoprirà ben presto le oscure origini dello spartito e che suonare o ascoltare quella melodia può avere conseguenze fatali.

Musica da brivido

Horror e musica è un tema che diversi registi hanno scelto di portare sullo schermo. Dalle innumerevoli trasposizioni di Il fantasma dell’opera, passando a cult anni ’80 come Morte a 33 giri o all’horror comedy più recente Deathgasm, la musica è, in tutti questi casi, legata in qualche modo al maligno o all’occulto. Si accoda, quindi, alla lista anche Erlingur Thoroddsen che inscena un’antica leggenda tedesca, Il Pifferaio di Hamelin – diffusasi nel mondo letterario grazie ai fratelli Grimm e poi a Robert Browning – ambientandola ai giorni nostri. Uno dei punti di forza di questo film riguarda proprio la gestione del sonoro e la colonna sonora. Centrale qui il contributo di Christopher Young, compositore che ha curato le colonne sonore di film come The Grudge, The Exorcism of Emily Rose e Sinister.

Melanie in una scena del film

L’inquietante e malinconico leitmotiv accompagna lo spettatore per tutta la durata della pellicola, accentuandosi nelle sequenze pre jumpscare e interrompendosi al comparire del Pifferaio. L’alternarsi di suoni crescenti e da sottofondo è ben architettato e si affianca all’atmosfera cupa e gotica che avvolge la storia. La natura insidiosa di quelle note ,quindi, manipola le menti di chiunque le ascolti, rendendo così giustizia alla leggenda. La figura del Pifferaio, qui, è un vero e proprio demone. Un essere malvagio, una creatura inquietante che non aspetta altro che radunare un nuovo gruppo di bambini da portare con sé. Se nel primo tempo rimane nell’ombra, verso l’atto finale squarcia il velo che divide realtà e finzione affermando la propria identità.

Una fiaba gotica che poteva osare di più

The Piper ha una struttura di base abbastanza solida: la trama è semplice, coerente e lineare. È a tutti gli effetti una fiaba gotica, con una protagonista, un pretesto narrativo che funziona e un antagonista demoniaco. Quello che, tuttavia, gli manca è una marcia in più sul fronte orrorifico. Dallo slogan della locandina ci si aspetta – almeno, mi aspettavo – un numero maggiore di vittime della sinfonia. Sembra, quindi, che il regista si sia trattenuto sotto questo aspetto, come se qualcosa gli avesse fatto dire “Non vado troppo oltre”.

Zoe, la figlia di Melanie, e il Pifferaio

Questo, secondo me, abbassa un po’ le aspettative che uno slogan come “Sarà l’ultima cosa che sentirai“, costruisce nello spettatore prima della visione in sala. Da far presente, comunque, che il regista offre una buona ricompensa nel secondo tempo. Diverso è il discorso sulla CGI, che nell’atto finale non è curata al meglio, e questo inevitabilmente incide sul momento clou della storia, cioè lo scontro tra protagonista e antagonista.

Conclusioni

The Piper presenta una struttura narrativa completa e solida, con un cast che si mostra attivo e in parte lascia il segno. La componente inquietante c’è, ma a mio parere andava distribuita meglio lungo tutta la durata del film. Un plauso al make-up del Pifferaio, alla fotografia e alla scenografia entrambe ben curate. Forse in alcune sequenze nella parte centrale del film cala un po’ troppo il buio. Punti a favore per sonoro e musiche, con il leitmotiv inquietante che incalza, mentre il montaggio si mostra a tratti quasi amatoriale. Nel complesso mi sento comunque di consigliarne la visione in sala e di farci sapere la vostra.

Classificazione: 3 su 5.

P.S. non cercate la canzoncina su Youtube, che poi vi condizionate ;).

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