Vortex è l’ultimo film di Gaspar Noé, presentato al Festival di Cannes nel 2021, è arrivato finalmente anche in Italia grazie allo staff del Cinema Troisi (Piccolo America) di Roma, dopo aver contattato direttamente la distribuzione internazionale del film, ovvero Wild Bunch Distribution.

Durante la presentazione il 14 aprile al Cinema Troisi di Roma

Abbiamo visto Vortex alla prima proiezione del 14 aprile con Gaspar Noé e Dario Argento a presentare e rispondere alle domande del pubblico. La programmazione prosegue fino al 20 aprile (Cinema Troisi ma anche al cinema Beltrade di Milano) in lingua originale con sottotitoli, ma non è ancora stata ufficializzata una distribuzione italiana.

Un’anziana coppia vive insieme in un appartamento parigino. Lui (Dario Argento) è un critico cinematografico e sta scrivendo un libro su film e sogni. Lei (Françoise Lebrun) è una psichiatra in pensione, ma la demenza senile fa degenerare la vita di entrambi e non basta l’aiuto di loro figlio (Alex Lutz).

Vortex
Gaspar Noé sul set

Questa la trama di Vortex, chi conosce i film del regista non ritroverà le provocazioni a cui eravamo abituati, qui porta avanti una riflessione sull’invecchiamento e sull’avvicinamento alla morte. Il riferimento immediato è Amour, splendido e toccante film austriaco del 2012, dal regista Michael Haneke. In entrambi il tema centrale è la morte che incombe per una coppia che ha passato la propria vita insieme. La differenza principale è che il film di Haneke era più sentimentale, coinvolge di più per quanto riguarda emotività ed empatia, mentre in Vortex i personaggi sembrano vagare in un labirinto che sembra restringersi sempre di più.

Vortex

Nessuna provocazione dunque in Vortex, ma questo non significa che sia meno violento (emotivamente) e doloroso di altri suoi film. Certo siamo lontani dai deliri psichedelici di Enter the void (a mio parere il suo film più riuscito), ma il regista è diventato più consapevole sulle tematiche che continua a trattare, ed è evidente un’ulteriore presa di coscienza sulla morte e su quello che lasciamo. Non mancano scelte radicali per quanto riguarda la forma, all’inizio vediamo l’anziana coppia sdraiata sul letto, una linea verticale marca una divisione – con la tecnica dello split screen che aveva già usato in passato – ma qui sceglie di mantenere questo aspetto per tutta la durata del film. Per alcuni sembrerà una scelta forzata, ma il crescente isolamento nei due protagonisti giustifica questa divisione, entrambi vagano nel proprio tunnel inseguendo invano una via di salvezza. La linea verticale che separa lo schermo rappresenta anche quel confine invalicabile fra una realtà consapevole di sé ed un’altra dimensione nebulosa in cui i ricordi si dissolvono.

La coppia protagonista divisa dalla tecnica split screen

Dario Argento, leggenda del cinema italiano che non ha bisogno di presentazioni, interpreta il marito (e padre) che sta scrivendo un libro sul cinema mentre fa i conti con i suoi problemi cardiaci e lo stato mentale della moglie. La sua quotidianità è fatta di lavori nello studio e di passeggiate all’aperto. Sua moglie (una bravissima Françoise Lebrun) è una psichiatra in pensione che lotta con la demenza senile, continuando a prescrivere farmaci e programmare le dosi del marito. Entrambi si amano ancora ma la loro vita insieme diventa sempre più difficile. Gaspar Noé è da sempre un grande estimatore del regista Dario Argento, a legarli è anche una grande amicizia, e come hanno rivelato durante la presentazione, Dario ha accettato di recitare perché si trattava di un film per lo più improvvisato. Se la cava piuttosto bene con il francese, e in una scena (che ha a che fare con un problema cardiaco) raggiunge un picco elevato di intensità, restando molto credibile.

Vortex

Il figlio Stéphane è interpretato da un Alex Lutz decisamente in parte, un personaggio anche lui combattuto che riesce a prendersi cura di loro soltanto marginalmente. Capiamo che è un ex tossicodipendente che ha deciso di distribuire aghi puliti in giro per la città, nella speranza di non avere più una ricaduta. E quando non lavora deve prendersi cura del suo bambino come genitore single, ragioni per cui il suo aiuto verso gli anziani genitori non è mai risolutivo. Stéphane è presente nella scena (a mio parere) più interessante del film, verso la fine, con una scelta musicale singolare da parte del regista: il brano My fault di Ennio Morricone dal film Il Mio Nome è Nessuno.

Vortex

Vortex, un vuoto vertiginoso come l’inevitabile morte che incombe, e non c’è nulla di più vuoto della vita che finisce. Un’opera sicuramente personale, il film riguarda anche la vita recente del regista che ha visto i propri cari spegnersi lentamente e ha dovuto fare i conti con un ictus. Gaspar Noé è stato, sue parole, “catapultato nel lato oscuro della luna”. Per tre settimane sotto morfina, è sprofondato in un vortice di pensieri sulla sua scomparsa e le conseguenze per coloro che lo circondavano. In poche parole una visione della morte senza scampo né conforto

Vortex

Con il suo ritmo lento e frammentato, Vortex scivola a poco a poco dall’empatia all’apatia generalizzata. Un lato che per quanto mi riguarda è anche il punto debole del film, che può risultare confuso e costantemente in bilico fra un’apparente distacco dai personaggi ed una ricerca di coinvolgimento emotivo. Il regista sostiene di aver scritto solo dieci pagine e in seguito quasi tutti i dialoghi sono stati improvvisati. Molto interessante il lavoro scenografico per rendere più angusto l’appartamento della coppia con tutti gli oggetti che hanno accumulato nel corso degli anni. E come sospettavo il regista ne ha approfittato per metterci diversi poster, libri, e VHS che lo hanno formato (alcuni titoli scelti da Dario Argento), da Fritz Lang a Carl T. Dreyer (in una scena vediamo Vampyr in televisione).

Vortex è un film solo all’apparenza distante dai lavori precedenti di Noé, una visione forse più stancante per via del ritmo ritmo e del tema trattato, ma che potrebbe convincere anche chi non è mai stato fan di questo regista. Per quanto mi riguarda ha degli aspetti interessanti, soprattutto a livello tecnico, e una recitazione convincente. Il problema è che l’improvvisazione spesso non si amalgama con il resto, e considerando le intenzioni (evidenti nell’opera, e non solo dalle parole dell’autore) risulta un po’ confuso cercando di straniare e coinvolgere emotivamente allo stesso tempo.

Vortex

Che siate fan di Gaspar Noé o soltanto curiosi di vedere Dario Argento protagonista di un film, Vortex è un’opera insolita e che merita una visione. Staremo a vedere invece quale sarà ila sua sorte per quanto riguarda la distribuzione italiana, dopo questa programmazione speciale.

Classificazione: 3 su 5.

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