Dopo 3 anni dal suo ultimo film Under the Shadow, ritorna il regista iraniano Babak Anvari.

Venerdi scorso su Netflix è uscito l’horror demoniaco Wounds, già presentato in anteprima a inizio anno al Sundanceounds. La durata è di 94 minuti ed in breve vi riassumo la trama:

Il film inizia in questo bar chiamato Rosie’s, dove Will, interpretato da Armie Hammer lavora di notte, mentre si trova sul posto di lavoro con una sua amica, Alicia (Zazie Beetz), deve far fronte a una rissa tra un cliente abituale e un gruppo di balordi. Prima che arrivi la polizia, si trova a risistemare il casino causato dalla violenta lite, e sotto il tavolo, dove dei ragazzi stavano filmando l’accaduto, trova un telefonino. Will lo prendo e lo porta con se a casa.

Il cellulare che sembrava del tutto innocente è, in realtà, più potente di quanto si possa immaginare.

Cominciano ad apparire immagini sconcertanti e persino agghiaccianti, foto di cadaveri, video macabri e messaggi d’aiuto. La follia del protagonista si rivela attraverso “ferite” che in modo quasi soprannaturale appaiono sul suo corpo, accompagnate da segnali premonitori sotto forma di giganteschi scarafaggi volanti che pervadono questo film.

Da qui in poi è un susseguirsi di eventi e visioni che lo porteranno alla paranoia verso un incubo senza fine.

Partiamo dal presupposto che per chi non ama gli scarafaggi è sconsigliata la visione di questo film.

La storia non è niente di nuovo, ci sono alcuni spunti interessanti ma i dialoghi semplici e l’uso di Jumpscare in eccesso rende il tutto un po’ banale. Questo impedisce allo spettatore di concentrarsi su ciò che accade, per non parlare del finale che può destabilizzare il tutto.

Hammer manovra agilmente il personaggio di Will, che si trova al limite della realtà, precipitando in allucinazioni e paranoie, esplorando il male che è entrato nella sua esistenza e nella sua casa.

L’idea del telefono come un luogo in cui tecnologia e mondo ultraterreno si incontrano è carina ma già vista in altri film (The Ring o Unfriendied).

È assurdo come lo sceneggiatore-regista Babak Anvari non abbia attinto alla ricca storia dell’occulto a New Orleans per aggiungere consistenza al suo film. “Wounds” è stato girato sul posto, ma cogliamo solo scorci di città e ci potremmo trovare ovunque, ovunque con scarafaggi extra-large.

A mio parere è un film poco avvincente, dove la trama risulta piuttosto debole, quasi deludente.

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