David Cronenberg, classe 1943 compie oggi 79 anni! Il pioniere del body horror, colui che ci ha insegnato il vero terrore nell’affrontare la mutazione del proprio corpo ha sfornato più di un cult dall’inizio della sua carriera ad oggi. Spesso fondendo horror e fantascienza ci ha raccontato il disagio e lo sgomento nel vivere il doloroso percorso psicologico e fisico che si manifesta nel fronteggiare contaminazioni e trasformazioni della carne. Nell’arco della sua carriera il regista canadese si è concentrato sulle tematiche sociali contrapposte alla modifica del corpo umano, sull’ etica di un certo tipo di ricerca scientifica, sul contrasto tra realtà oggettiva e soggettiva. Ma in tutti i suoi lavori troviamo un denominatore comune: l’esplorazione della mente, dell’angoscia interiore dei suoi protagonisti e del loro risvolto psicologico.

Conosciamo tutti i suoi film più famosi. Tra i primi titoli richiamati alla mente nell’udire il suo nome ci sono senza dubbio La Mosca (1986), Videodrome (1983), Scanners (1981) e La zona morta (1983) ma, oltre a queste colonne portanti del genere, Cronenberg è stato molto prolifico e quando si parla di lui la quantità va di pari passo con la qualità. Voglio pertanto segnalarvi alcuni suoi film che sono forse meno conosciuti e considerati ma, a mio parere, davvero meritevoli di una visione.

Il pasto nudo (1991)

Ispirato al romanzo omonimo dello scrittore William S. Burroughs, che presenta riferimenti lampanti alla vita dello scrittore stesso e dello stato allucinatorio in cui si trovava quando lo scrisse, questo film di Cronenberg è alquanto disturbante. E’ la storia di Bill Lee, uno scrittore dilettante nonchè sterminatore di insetti che, spinto dalla moglie tossicodipendente, comincia a drogarsi con la polvere che utilizza per il suo lavoro. E qui ha inizio il viaggio. Un viaggio guidato dalle allucinazioni che ci porta in un mondo popolato da creature deformi, alieni, mutazioni e fusioni tra macchine e insetti, dove l’irreale diventa reale ed i confini del reale si perdono. Una pellicola complessa che merita più di una visione per essere compresa a fondo ma davvero sorprendente a livello visivo.

Crash (1996)

Titolo tornato in voga ultimamente grazie all’uscita di Titane di Julia Ducournau con il quale condivide alcuni elementi, Crash è una storia di sesso e morte dove fortemente presente è il connubio piacere/dolore. James e Catherine, i due protagonisti, sono due coniugi ormai indifferenti e freddi che ritroveranno la reciproca eccitazione dopo un grave incidente in macchina. Ecco quindi che la lamiera, le menomazioni, le cicatrici e ancor più il pericolo di morte imminente trascineranno i due in un vortice di erotismo e parafilia, desiderio malato e adrenalina che non ha altro destino che l’ autodistruzione. Una colonna sonora formidabile per uno dei film più erotici in cui Cronenberg ci trasporta direttamente dentro la testa dei protagonisti, facendoci vivere i loro pensieri e fronteggiare i loro fantasmi.

Existenz (1999)

Se vi piace il connubio videogames-realtà, questo è il film che fa per voi e, tra l’altro, vanta nel cast nomi del calibro di Ian Holm, Willem Dafoe e Jude Law. Ci racconta di Allegra Geller, che presenta il suo nuovo videogame dal nome eXistenz. Una nuova frontiera per i videogiocatori, in quanto si collega direttamente al sistema nervoso annullando il confine tra la realtà e l’ illusione. In questo caso Cronenberg è anche sceneggiatore ed ideatore del soggetto, quantomai attuale più di vent’ anni dopo. Questo forse il motivo per cui è tra i film di minor successo del regista, estremamente in anticipo sui tempi, forse troppo per essere concepito nell’ anno in cui uscì. Gli argomenti sono molteplici, la voglia di fuggire dalla routine per rifugiarsi in una realtà virtuale, il vuoto esistenziale, l’ interrogativo sulla concretezza delle cose e sulla propria ragione. Dubbio che viene sottolineato nel bellissimo finale che lascia allo spettatore la domanda. I protagonisti si sono svegliati, o è l’ennesimo cambio di scenario di un mondo virtuale?

Spider (2002)

Basato sul romanzo omonimo di Patrick McGrath, qui anche sceneggiatore, Spider è il nome del protagonista, interpretato da un bravissimo e intenso Ralph Fiennes. L’attore interpreta un paziente psichiatrico, malato di schizofrenia, che come una sorta di detective cerca di ricostruire il suo passato, pezzo dopo pezzo, per scoprire cosa gli successe una notte ben precisa di quando era bambino. Cronenberg ci regala un film fatto di dettagli. Quelli delle dita gialle dal fumo e degli appunti che il protagonista annota sul suo taccuino. Qui l’ ospite estraneo nel corpo umano è la malattia, che vela i ricordi del protagonista ,distorce la realtà creando doppi, mentre lo guardiamo assistere come uno spettatore al suo passato, alla ricerca di un tassello perduto.

A History of Violence (2005)

Viggo Mortensen è il bravissimo protagonista di questo thriller drammatico ispirato alla graphic novel dallo stesso titolo firmata da John Wagner. Qui interpreta Tom, che dopo esser riuscito a sventare una rapina nel suo ristorante, viene visto in tv da un boss della malavita di Philadelphia che lo scambia per un certo Joey Cusack. La vita tranquilla di Tom e della sua famiglia verrà infranta, così come il suo equilibrio psicologico.
Cronenberg abbandona le visioni orrorifiche e ci propone la vicenda con un realismo mai utilizzato nelle sue precedenti opere. Seppur abbandonando la modificazione corporea è sempre presente quella psicologica, quel viaggio nei meandri della mente umana che è elemento portante della sua filmografia.

A Dangerous Method (2011)

Abbinereste mai il nome di David Cronenberg ad un film in costume? Ebbene, qui ci troviamo nei primi anni del 1900, tra Vienna e Zurigo, ed assistiamo ad un peculiare triangolo formato da Sigmund Freud (Viggo Mortensen) e Carl Gustav Jung (Michael Fassbender) con la paziente Sabina Spielrein (Keira Knightley). Ecco che Cronenberg risale il fiume e ci porta dritti al principio di questo suo argomento tanto caro, la psiche umana. E come farlo se non raccontando una vicenda che riguarda due tra gli studiosi più noti e influenti della psicoanalisi? Esplorando ragione e desiderio, sesso e perversione, Cronenberg sfiora l’ argomento del bdsm, del piacere/dolore, ci mostra i processi mentali e i dubbi che assalgono chi la mente la analizza. Un grande cast in un film intriso di sottile erotismo.

In questo viaggio che esula dal genere horror abbiamo seguito un filo conduttore ben preciso, un argomento molto caro a David Cronenberg che, in ogni sua pellicola di qualsiasi genere si tratti, viene sottolineato, sviscerato e reso protagonista. La psicologia dei suoi personaggi è complessa in quanto realistica ed è parte importante delle sue opere.

Il maestro del Body Horror va oltre la trasfigurazione della carne raccontandoci, anche attraverso essa ma non solo, i complessi meccanismi della mente umana.