It comes at night è una pellicola del 2017, diretta da Trey Edward Shults, prodotta da Animal Kingdom e A24 e disponibile ora sulla piattaforma Prime Video. Un horror/thriller che racconta molto della natura umana rispetto alla paura.

Trama

Paul (Joel Edgerton), Sarah (Carmen Ejogo) e il loro figlio Travis (Kelvin Harrison Jr.) sono una famiglia di sopravvissuti ad una tremenda pandemia. Quando nelle loro vite arriveranno Will (Christopher Abbott), Kim (Riley Keough) e il piccolo Andrew (Griffin Robert Faulkner), il precario e routinario equilibrio, ideato da Paul, per reggere alla situazione andrà completamente in frantumi.

Recensione

It comes at night è una pellicola prodotta dalla ormai celeberrima casa di produzione A24, un sinonimo di garanzia. Sono di A24, infatti, prodotti come The Curse (di cui abbiamo parlato qui), Everything everywhere all at once, La zona di interesse (ora al cinema), Talk to me (di cui abbiamo parlato qui) e molti altri. E anche questo It comes at night non è da meno. Un film tanto semplice nella messa in scena, quanto complesso nel messaggio.

Opinioni generali

It comes at night è un prodotto abbastanza mainstream e fruibile con un certo grado di semplicità. Di fatto è una storia di sopravvivenza, in un mondo post-apocalittico. La trama è lineare, come la regia, benché ricercata e curata. La macchina da presa è posta al di fuori della scena, rendendo lo spettatore un semplice voyer. La fotografia è un alternarsi di luci e ombre, con una preponderanza di queste ultime. Le scene all’aperto sono pochissime, ma anche le più violente. Questo espediente della violenza legata alla luce del sole e l’uso degli arazzi come forma di preveggenza, verranno ripresi (volontariamente o involontariamente) da Ari Aster in quel capolavoro assoluto che è Midsommar (di cui abbiamo parlato qui). Nonostante ciò, il film non è privo di difetti. Alcune sequenze sono inutilmente lente, rendendo la visione a tratti leggermente noiosa. La tensione è sostenuta, ma cade in alcuni momenti che si sarebbero potuti strutturare decisamente meglio, ma di cui parleremo nella parte contenente spoiler.

Il concetto di deumanizzazione

La Prof.ssa Volpato, ordinaria di Psicologia Sociale all’Università Milano-Bicocca, nel suo libro “Deumanizzazione – Come si legittima la violenza” definisce il concetto come quel processo che porta a pensare l’altro essere umano come incompleto, animale, oggetto e quindi inferiore. La bellezza di It comes at night è che analizza questo meccanismo in modo più sottile rispetto ad altre pellicole. Se in tutte le opere sull’olocausto vediamo il processo analizzato da un punto di vista più razionale, con una serie di comportamenti che costruiscono la deumanizzazione, in questo caso il cambiamento avviene in modo decisamente più repentino, legato solo ad unico sentimento: la paura. Questo sentimento, che è alla base della sopravvivenza e che ci guida verso la salvezza, ci porta anche a compiere dei gesti sconsiderati e folli. Così come la sua controparte: l’amore. Entrambi i sentimenti sono la fonte della più completa irrazionalità, sia nella nostra vita quotidiana che in quella dei protagonisti di It comes at night. Senza incorrere nello spoiler, nel finale del film amore e paura si congiungono in un unico e solo sentimento, che porterà all’epilogo.

La paura, la paranoia e la deumanizzazione

QUESTO PARAGRAFO POTREBBE CONTENERE SPOILER

La bellezza e la potenza di questo It comes at night sta nella capacità di essere universale. Durante la visione, ci rendiamo conto di trovarci in un mondo distopico, in cui si combatte per sopravvivere ad una malattia estremamente contagiosa. Tuttavia, la natura di questa malattia, la storia della pandemia o la sua origine non ci sono resi noti. E non è importante. La pandemia è solo un espediente per raccontare di come la paura possa sfociare in paranoia e portare alla completa deumanizzazione dell’altro. Che sia una malattia, un’invasione aliena o lo svilupparsi di un regime dittatoriale, poco conta. Il fulcro dell’intera vicenda sta nel fatto che, tanto più ci sentiamo minacciati da qualcosa (o qualcuno), tanto più tenderemo a comportarci in maniera irrazionale, arrivando a compiere gesti estremi, come quello che vediamo all’inizio e alla fine del film. In questo, infatti, la struttura del film è circolare. Ma è solo giungendo alla fine che ci rendiamo conto della brutalità del principio. Ancora una volta l’horror diventa un mezzo potente per analizzare l’animo umano perchè concede di creare delle situazioni irreali che hanno, tuttavia, effettivo riscontro nelle dinamiche sociali che riviviamo tutti i giorni.

Alcune criticità

QUESTO PARAGRAFO CONTIENE SPOILER

Nonostante It comes at night sia una pellicola estremamente valida, non possiamo negare che vi siano alcune criticità. In particolare, alcune dinamiche, soprattutto tra i membri della famiglia di Paul e quelli della famiglia di Will, non vengono approfondite a sufficienza, rendendo il finale meno potente di quanto non avrebbe potuto essere. Il legame tra le due famiglie resta sempre abbastanza sulla superficie, nonostante essi condividano tempi e spazi. Nonostante il vero protagonista della vicenda sia Travis, sarebbe stato interessante vedere il legame tra Paul e il piccolo Andrew. Sicuramente, alla luce del finale, avrebbe reso la scelta di Paul decisamente più amara. Anche la dinamica legata alla scoperta della sessualità da parte di Travis viene un po’ buttata lì. Benché sia significativo vedere la come un adolescente recluso scopra l’attrazione verso l’altro sesso, ai fini della trama risulta tutto un po’ posticcio e slegato da quello che è il vero intento del film. Infine,l’uso degli arazzi e delle inquadrature sui quadri risulta essere meno significativa di quanto non lo sarà nel capolavoro di Aster. Insomma, un buon prodotto che poteva essere ottimo.

Conclusioni

It comes at night è una pellicola sicuramente visionaria. Uscita nel 2017, il regista non poteva avere idea che, da lì a tre anni, una vera pandemia avrebbe colpito il mondo, costringendoci a restare chiusi in casa, bardati di maschere e con il rischio di veder scoppiare quella paranoia da lui descritta. Un prodotto da recuperare per tutti gli amanti dell’horror, ma soprattutto per tutti gli amanti dell’horror usato come mezzo di analisi delle dinamiche sociali.

Classificazione: 3.5 su 5.

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