L’isola delle bambole, dal 22 luglio nelle librerie e store online

Fred Wallstone è un piacente, scaltro, piccolo truffatore che si guadagna da vivere spacciandosi per medium, sfruttando le paure e soddisfacendo le voglie di facoltose attempate vedove facilmente consolabili. Durante uno dei suoi retribuiti e faticosi incontri amorosi con una vegliarda dal conto in banca gonfio, il palestrato affabulatore si imbatte in un vero spettro: Joseph Fuller. Il fantasma gli appare d’improvviso in tutta la magnificenza della sua morte cruenta: cranio sfondato, occhio guercio e sangue che imbratta i capelli riccioluti e scomposti. Riavutosi dallo spavento, Wallstone parlerà con lo spirito scoprendo che il ragazzo è una delle vittime della strage avvenuta nel 1999 presso il liceo Columbine a Denver, nel Colorado. Il medium deciderà di sfruttare la capacità di quest’ultimo di interloquire con altri trapassati per trasformare la sua fittizia carriera di spiritista in una vera vocazione medianica. Nel volgere di un anno il dinamico duo riuscirà ad incassare una piccola fortuna e ad attirare l’attenzione dei media. I poteri dell’avvenente medium si accresceranno ulteriormente quando alla ditta Wallstone-Fuller si aggiungerà anche Sir Edward Howard IX Duca di Norfolk, vampiro dal 1712. La conoscenza con il blasonato non-morto avverrà nel castello di Arundel, nel West Sussex, in Inghilterra, a pochi chilometri dal canale della Manica. L’arrivo del Sith pluricentenario, che seguirà Fred negli States come suo manager, decreterà la definitiva consacrazione di Wallstone come paragnosta del millennio. Tale successo farà infuriare l’agguerrita anchor-woman Sara Brannighan, paladina delle crociate contro il paranormale, che deciderà di invitare Wallstone nel suo show per proporgli una sfida in diretta nazionale. Negli studi del programma televisivo Fred viene a conoscenza dell’esistenza di una striscia di terra nella laguna di Città del Messico, sulle sponde di ciò che resta del lago Texcoco nella delegazione di Xochimilco. Questo isolotto è noto come Isla de las Muñecas (l’isola delle bambole) e la leggenda che la avvolge ha dei contorni a dir poco nefasti. Il minuscolo appezzamento di terra era stato per decenni abitato da un eremita di nome Don Julián Barreto. L’agricoltore, appassionato di poesie e filosofia, aveva trasformato il brullo isolotto in uno spazio felice dove coltivava frutta e fiori di rara bellezza che vendeva ogni domenica al mercato locale.

Una mattina del 1950 l’uomo rinvenne il cadavere di una bambina che galleggiava in uno dei canali di irrigazione che costeggiano l’isola. Insieme alla piccola salma, Don Julián trovò anche una bambola. Appese il fantoccio ai rami di un albero, convinto che quel gioco avrebbe rasserenato lo spirito della bimba che credeva fosse rimasto imprigionato sull’isolotto. In breve l’ossessione del messicano crebbe a dismisura e quella striscia di terra emersa si trasformò in uno sterminato cimitero addobbato di gambe, braccia, teste mozzate ed occhi di vetro. Una distesa di bambole legate ad ogni arbusto, poggiate su ogni tronco, adagiate sulla rena e fra le foglie per placare lo spirito della ragazzina morta. Barreto morì d’infarto una mattina del 2001 sulla sponda dello stesso fiumiciattolo dove quasi cinquanta anni prima aveva trovato il corpo della piccola. Da allora l’Isla de las Muñecas è divenuta meta di curiosi e di devoti, convinti che gli spiriti della bimba e di Don Julián possano esaudire preghiere e desideri. Chiunque metta piede sull’isola porta una bambola in dono, ma nessuno deve contare i pupazzi appesi ai rami o portarne via uno per non incorrere nella tremenda vendetta del demone. La Brannighan sfida il prestante spiritista a recarsi a Xochimilco per risolvere il mistero dello spettro assassino. Fred accetta, a patto che la bella anchor-woman si rechi a Città del Messico insieme a lui per documentare i suoi successi, o i suoi fallimenti.

Il soggiorno a Xochimilco si dimostrerà più cruento e pericoloso del previsto, trascinando i protagonisti in un vortice di paura e delirio quasi impossibile da dirimere.

L’ispirazione dell’autrice

L’idea di ambientare un romanzo a Xochimilco nasce da un viaggio fatto a Città del Messico nell’estate del 2014, durante il quale ho avuto modo di visitare l’Isla de las Munecas (l’isola delle bambole) e restare ammaliata dalla sterminata distesa di bambole, pupazzi, fantocci, marionette e simili con cui Don Julin Barrera ha addobbato il lembo di terra emersa dove è vissuto in perfetto eremitaggio fino alla morte. Parlare, anche se per poco, con il nipote Anastasio ha acceso nella mia mente, indiscutibilmente bacata, l’idea di scrivere una storia che avesse come protagoniste le bambole ed il mistero che avvolge il ritrovamento del cadavere della bambina sulle rive del lago Texococo e che alimentò l’ossessione di Julian.

Tutto quello che ho narrato nel romanzo, dalla strage del liceo Columbine avvenuta nel 1999 in Colorado alle vicende che hanno reso l’isola delle bambole una meta di turisti amanti del brivido che giungono da tutte le parti del mondo per visitarla, è stato il risultato di un’attenta e scrupolosa ricerca documentale e dell’arma più potente a disposizione di ogni scrittore: l’osservazione a servizio dell’immaginazione. Perchè, ovviamente, le vicende che si snodano attorno alla laguna messicana sono integralmente inventate ad uso e consumo degli amanti dell’horror, del mistery e del fantasy a forti tinte gotiche.

L’idea di un romanzo corale i cui attori e protagonisti sono esseri soprannaturali, nella fattispecie un medium, un vampiro, un fantasma e una sensitiva, è stata dettata da un bisogno in particolare: la voglia di portare su carta delle personalità complesse, stravaganti, alle quali i lettori potessero affezionarsi proprio in virtù della loro indiscussa, ed eterogenea, diversità, sperando, magari, di leggere ancora delle avventura vissute dall’avventuroso quartetto di mia creazione.

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L’autrice, Maria Elena Cristiano

Maria Elena Cristiano nasce a Roma, dove ancora risiede. Laureata in Medicina, dirige un’agenzia di servizi letterari: Babylon Café (www.babyloncafe.eu). Ha all’attivo tre romanzi: “Belial. Le radici del Male”, Edikit, novembre 2020; “Me and the Devil”, Delos Digital, settembre 2017; “Immortali”, Kimerik, gennaio 2012. Diversi racconti pubblicati nelle antologie:“Un penny dall’Inferno”, edito da SensoInversoEdizioni nell’aprile 2017; “Racconti Fantasy Vol.II”, edito da Historica Edizioni nel Marzo 2018; “Non bastano le intuizioni”, edito da SensoInversoEdizioni nel luglio 2018, “Z di Zombie” edito da Letteratura Horror. Ha pubblicato recensioni cinematografiche su diverse testate, fra cui “Il Mucchio” e “Scheletri”. www.mariaelenacristiano.com

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