Storie vere, leggende urbane o fatti di cronaca che porteranno un po’ di brivido al vostro sabato sera.

Nella nostra rubrica del sabato sera, oggi vogliamo parlarvi di un noti serial killer americano. Stiamo parlando di Rodney James Alcala, passato alla storia anche come il “Dating Game Killer“. Prima di spiegarvi perché lo hanno iniziato a chiamare in questo modo, facciamo un passo indietro e partiamo dalla sua infanzia.

L’infanzia di Rodney Alcala

Rodney Alcala nasce in Texas nel 1943, per poi spostarsi con la famiglia in Messico qualche anno più tardi. All’età di 11 anni il padre li abbandona, così che la madre decise di trasferirsi a Los Angeles. A 17 anni inizia a lavorare per l’esercito, ma in seguito a un esaurimento nervoso, nel 1964, diserta e torna in autostop a casa della madre.

In questo periodo la diagnosi di un medico lo congeda ufficialmente. Infatti, secondo la sua opinione professionale, Rodney soffriva di un disturbo antisociale di personalità. Questo disturbo consiste nel disprezzo patologico delle regole sociali, mancanza di senso di colpa e incapacità di assumersi ogni responsabilità.

In seguito, tuttavia, vennero proposte altre diagnosi: disturbo narcisistico della personalità (bisogno di percepire ammirazione, mancanza di empatia) e disturbo borderline della personalità (rabbia, depressione e instabilità nella propria identità).

Rodney Alcola

L’inizio dei crimini

L’attività criminale di Rodney Alcala ha inizio nel 1968. All’età di 25 anni porta una bambina di 8 anni, Tali Shapiro, nel suo appartamento a Los Angeles. Quando la polizia arriva, avvisata da un uomo che aveva assistito al fatto, trova la piccola Tali stuprata e picchiata ferocemente, ma per fortuna ancora in vita. Per evitare di essere catturato, Rodney cambia nome in John Berger e si trasferisce in un altro stato.

Il secondo crimine, nonché primo effettivo omicidio, avviene nel 1971. Cornelia Michel Crilley, una assistente di volo ventitreenne viene trovata violentata e strangolata nel suo appartamento di Manhattan. Il caso, purtroppo, trova la sua conclusione solo nel 2011.

Quello stesso anno, dopo aver ottenuto la laurea in discipline artistiche, ottiene un lavoro come consulente in un campo estivo per ragazzini. Qui, due dei partecipanti nota la foto di Rodney Alcala su un manifesto posto dall’FBI in un ufficio postale. L’umo viene, quindi, fatto tornare in California. Tuttavia, i genitori della prima vittima (Tali Shapiro) rifiutano di far testimoniare la figlia al processo. In questo modo, nel 1974, Alcala viene accusato solo di aggressione e ottiene la libertà vigilata per diciassette mesi.

Dopo un paio di mesi dal suo ritorno alla libertà, la polizia lo arresta di nuovo in seguito all’aggressione di una tredicenne alla quale aveva offerto un passaggio a scuola. Nel 1977 esce di prigione.

Prima di arrivare alla parte pazzesca della sua storia, bisogna soffermarsi su di un altro fatto molto disturbante della sua vita. Nel 1978, infatti, inizia un lavoro per il Los Angeles Time. Durante la sua permanenza riesce a convincere centinaio di ragazzi e ragazze a posare nudi o in posizioni esplicite, con la scusa di star creando un portfolio fotografico. Tra queste persone, Alcala ha ammesso di aver stordito una ragazzina di 15 anni (Monique Hoyt) per poi stuprarla.

The Dating Game killer

Eccoci arrivati alla parte più assurda di tutta questa storia. Siamo nel 1978. Alcola ha già subito due arresti per crimini di stupro e omicidio. Nonostante questo riesce a partecipare come concorrente al Dating Game (una sorta di Gioco delle coppie). Il conduttore, Jim Lange, lo presenta con queste parole:

Fotografo di successo che iniziò la carriera quando il padre lo scoprì nella camera oscura all’età di 13 anni. Tra uno scatto e l’altro potete trovarlo mentre va in moto o fa paracadutismo.

Su internet si può ancora trovare il video della puntata, il quale mostra gli spezzoni con protagonista appunto il killer. Una delle parti più inquietanti, riguarda sicuramente il suo saluto alla ragazza single protagonista della puntata:

Ci divertiremo molto insieme, Cheryl.

Nel video lo troviamo divertente, affascinante, con la battuta pronta. Infatti riesce a ottenere l’appuntamento con questa ragazza. Tuttavia, quest’ultima rivelò di essersi rifiutata di uscire con Rodney perché emanava vibrazioni negative e aveva modi di fare raccapriccianti.

L’arresto di Rodney Alcala

L’arresto arriva nel 1979 quando vengono trovate le prove che lo collegano all’omicidio di Robin Samsoe, una ragazzina di 12 anni scomparsa nel nulla da due settimane. Rodney Alcala viene condannato, nel 1980, alla pena di morte, ma per una serie di incomprensioni con la giuria, le accuse caddero.

Nel 1986, risolvendo le questioni di mala informazione, la giuria lo condanna nuovamente alla pena di morte. Anche in questo caso, però, le accuse invalidate.

Insomma, dopo questi due fallimenti, solo nel 2010 la giuria emette la sentenza di condanna a morte per l’omicidio di Robin Samsoe e di altre quattro persone. Alcuni ricercatori della California affermano che, insieme a Ted Bundy, potrebbe essere uno dei serial killer più sanguinari della storia, con un totale di 130 omicidi, alcuni ancora irrisolti.

Ad oggi, Rodney Alcala (75 anni) si trova in vita nel penitenziario di stato di San Quintino.

Conoscevate già questa storia? Continuate a seguirci per altri racconti dal mondo dell’horror.