Esce oggi  nelle sale cinematografiche italiane Thanksgiving, il nuovo film di Eli Roth distribuito dalla Eagle Pictures. Uno slasher ambientato durante la festa del Giorno del Ringraziamento che promette di diventare uno di quei film da rivedere una volta all’anno. Divertente e ironico non tralascia però lo splatter e la denuncia socio-culturale che tanto piacciono al regista.

La storia

Siamo a Plymouth, in Massachussets, dove la festa del Giorno del Ringraziamento è particolarmente sentita poiché la storia della cittadina stessa è legata a quella dei padri fondatori, in particolare a quella del padre pellegrino Jonathan Carver. Nonostante la festività, l’avvento del Black Friday e della grande svendita relativa attira una calca incredibile nel grande magazzino ed inevitabilmente la notte finisce in tragedia quando diverse persone muoiono.
Un anno più tardi le proteste si fanno ancora sentire e sono dirette al proprietario del negozio ed alla sua famiglia. Gabby (Addison Rae) la figlia, inizia ad essere presa di mira su Instagram assieme al suo gruppo di amici, tutti presenti la notte della tragedia. Un profilo inizia a taggarli in post macabri ed il responsabile porta il nome, i vestiti e la maschera di Jonathan Carver.
Il serial killer sembra colpire solamente chi era presente durante la drammatica notte dell’anno precedente. Le forze dell’ordine, coadiuvate dallo sceriffo (Patrick Dempsey) inizieranno a dare la caccia al responsabile che, però, darà loro filo da torcere…

Grazie a Tarantino e Rodriguez

Era il 2007 quando usciva nelle sale Grindhouse. Il progetto formato dai due film Planet Terror, di Robert Rodriguez e Death Proof Di Quentin Tarantino. Per chi di voi non lo ricorda, la proiezione di Grindhouse era preceduta da alcuni fake trailer creati appositamente da diversi registi tra i quali Rob Zombie, Jason Eisener, Edgar Wright ed Eli Roth. Uno di questi era appunto intitolato Thanksgiving. Tre minuti durante i quali Roth mostrava il clima festoso della cittadina, un killer vestito da pellegrino che attacca durante la parata del Ringraziamento, e la cena finale che strizza l’occhio a Non Aprite quella Porta con annesso tacchino che sanguina dopo essere stato accoltellato.
E da quei tre minuti è stato, ben sedici anni dopo, sviluppato il film che oggi possiamo goderci al cinema.

Uno slasher sul consumismo e l’umanità.

Thanksgiving rispetta tutti i classici stilemi del genere slasher, ricordando in alcune dinamiche uno di capi saldi del genere, Scream, ma senza fargli il verso. E’ divertente, con un buon ritmo e, cosa niente affatto scontata, con dialoghi davvero ben scritti e dalla satira intelligente. Roth ricrea perfettamente non solo il clima festivo e festoso della cittadina ma anche, e soprattutto, la frenesia e l’isteria tutta moderna legata al consumismo eccessivo che impera ai giorni nostri. E ai filmati reali che si trovano in rete a cui si ispira per la prima parte. Ne fa polemica, riflettendo su quanto sia più o meno giusto rispettare o sacrificare un giorno di festa e sottolinea anche la mancanza di empatia nell’avvento dei social quando tra una tragedia e noi stessi mettiamo uno schermo. Tuttavia, pur toccando temi attuali e importanti, non si prende mai troppo sul serio giocando spesso in modo ironico sui luoghi comuni. Bilancia perfettamente sorrisi e sangue, regalando delle morti spettacolari e scene splatter davvero ben realizzate. Anche i jump scare presenti sono efficaci e ben inseriti nel contesto, usati in modo intelligente e non abusati. Thanksgiving intrattiene lo spettatore e riesce non solo a catturare la sua attenzione, ma anche a conservarla per tutta la durata del film.

Un villain accattivante

Se sulla carta l’idea di un villain vestito da padre pellegrino non mi esaltava, mi sono ricreduta grazie alla scelta della maschera ispirata alla statua di Jonathan Carver. Funziona. Non risulta affatto comica come temevo anzi, si sposa bene col contesto e caratterizza il cattivo che, in questo caso, è anche amante dei gatti (e con questo mi ha comperata facilmente). Apprezzabile la sua creatività, ed anche cattiveria, nell’ uccidere i malcapitati e soprattutto nel mettere in pratica la sua personale visione della cena del Ringraziamento. Come arma preferita un’ ascia, ma il nostro cattivo ha inventiva e fantasia a riguardo e non disdegnerà soluzioni alternative.

Thanksgiving è senza dubbio un omaggio ai grandi titoli di genere. Un classico slasher di quelli ambientati durante il periodo delle festività, che però non sono quelle classiche di Natale e Halloween. Certo non inventa nulla di nuovo, anzi, ricalca quelle che sono le regole non scritte e già tracciate. Ma lo fa molto bene. Il mio consiglio è quello di cercare la sala più vicina e godervi il ritorno all’ horror di Eli Roth.


Eli Roth è uno che l’ horror lo conosce molto bene e che lo sa fare. Soprattutto quando si diverte e fa divertire, come in questo film. E, per un perfetto tocco in stile Roth, non perdetevi la scena finale al termine di titoli di coda.

Classificazione: 4 su 5.

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