Come Play è un film del 2020 diretto da Jacob Chase, che narra il disagio di un bambino autistico e della propria famiglia alle prese con un antagonista peculiare: Larry, l’emblema della solitudine che caratterizza l’era digitale.

Oliver e Larry: “mostri incompresi”

Oliver (Azhy Robertson) è un bambino autistico che necessita del suo tablet per comunicare. Grazie al dispositivo, compone delle frasi attraverso una serie di immagini. All’improvviso, però, compare sullo schermo Misunderstood Monsters: la storia di Larry, un mostro plasmato dalla solitudine, ossessionato dal desiderio di stringere amicizia. La presenza dissesta l’equilibrio già precario della famiglia di Oliver. Eventi che la ragione non può spiegare sconvolgono l’esistenza del bimbo, costretto a mettere da parte le proprie difficoltà o a trasformarle in punti di forza per sopravvivere.

Sarah (Gillian Jacobs) abbraccia suo figlio Oliver (Azhy Robertson).

Larry: il cortometraggio

Il processo che porta alla realizzazione di Come Play inizia nel 2017, con il cortometraggio Larry. Già pensato per essere poi trasformato in un film, il corto presenta la figura dell’antagonista, che sarà perfezionata nel lungometraggio. Si tratta di un mostro contraddistinto da un’altezza smisurata, magrezza e il bisogno di trovare un amico. Larry appare all’improvviso sui dispostitivi elettronici dotati di schermo. Si palesa attraverso un racconto illustrato: più pagine si scorrono, più la creatura sarà invogliata a render nota la sua presenza. Nel cortometraggio, la creatura si manifesta ad un parcheggiatore notturno. Rintanato nella propria cabina, l’uomo decide di rovistare nella scatola degli oggetti smarriti. Rinviene un tablet. Incappa nella storia di Larry. E qualcosa, nell’ambiente circostante, inizia a cambiare…

Il mostro dell’era digitale

Larry non è un mostro qualunque. Dietro al bisogno di trovare un amico, si cela qualcosa di più profondo, che lo rende un antagonista peculiare. In Come Play, non a caso, emerge la trattazione di un tema d’attualità: la socialità ai tempi dell’era digitale. Il protagonista del film, Oliver, non può fare a meno di un dispositivo elettronico. La sua diversità lo spinge alla solitudine. Senza la compagnia di smartphones o tablet, non avrebbe stimoli. E Larry è attratto proprio da persone come Oliver.

L’uomo pensa solo a guardare uno schermo, e non guarda gli altri. La gente è molto sola. Tutta questa solitudine nel mondo ha creato Larry. Larry è fatto di solitudine.

Oliver prova nei confronti di Larry un mix di paura e comprensione. Lo stesso bambino, infatti, non può vantarsi di avere un amico. Ed è anche lui incompreso, proprio come il mostro. Il film rievoca qualcosa che tutti provano almeno una volta nella vita: la sensazione di essere diversi e sbagliati.

Da sinistra: Zach (Gavin MacIver-Wright), Bryon (Winslow Fegley), Oliver (Azhy Robertson) e Mateo (Jayden Marine).

Come Play: perché giocare con te?

Non è una trama complessa a contraddistinguere Come Play. Ma gli elementi del film funzionano in modo abbastanza armonico tra loro. Lo stesso antagonista, che nell’aspetto non è il prototipo dell’originalità, è rivestito da un alone di mistero che lo rende degno di nota. All’inizio, potrebbe ricordare una creatura lovecraftiana, cioè un essere non pienamente conoscibile dall’uomo. Fatto attestato anche dalla sua provenienza, ovvero da un piano della realtà che l’uomo in genere non è in grado di distinguere. Quando Larry comincia a palesarsi nella sua totalità, tuttavia, perde l’oscurità che lo caratterizzava. E di conseguenza, la creatura arreca meno inquietudine. Inoltre, mostrare Larry ha richiesto un utilizzo della CGI che risulta assai artificioso. Già nel cortometraggio le immagini generate al computer potevano destare disappunto nello spettatore.

John Gallagher Jr. nel ruolo di Marty: il papà di Oliver.

Come Play è una pellicola dal concept singolare, che tuttavia preferisce spaventare lo spettatore, anche a costo di mettere in scena situazioni già viste, anziché valorizzare una trama che avrebbe potuto spingersi oltre, trattare temi che in un film horror non si vedono spesso, e in generale andare più in profondità, a livello psicologico, nelle vite dei personaggi.

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Classificazione: 3.5 su 5.

Come Play è disponibile alla visione su Amazon Prime Video.