Night Bitch, diretto da Marielle Heller e tratto dal romanzo di Rachel Yoder, è un film che si addentra nei meandri dell’esperienza femminile, esplorando il lato oscuro della maternità e dell’identità attraverso una lente surreale e inquietante. La pellicola, che mescola horror psicologico e commedia nera, offre una riflessione sulla frustrazione esistenziale di una giovane madre che, mentre si barcamena tra le necessità quotidiane e l’isolamento sociale, inizia a sviluppare un inquietante alter ego animale.

La protagonista

Protagonista della storia è Amy Adams, che dà vita a un personaggio di grande profondità emotiva, capace di trasmettere una gamma di sensazioni, dal disorientamento alla rabbia, dalla paura alla liberazione. Il film racconta la sua lotta interna mentre si trasforma in una figura ibrida tra donna e animale, con comportamenti sempre più selvaggi che mettono in discussione la sua sanità mentale. Ma, allo stesso tempo, queste trasformazioni diventano un’allegoria di una condizione universale: quella di una donna che cerca di riconnettersi con se stessa in un mondo che la riduce a madre e moglie.

La regia

La regia di Heller si distingue per la sua capacità di mescolare il dramma psicologico con elementi grotteschi, creando una atmosfera inquietante che lascia lo spettatore sospeso tra realtà e allucinazione. La lentezza di alcuni momenti è compensata da scene visivamente potenti che riflettono il disfacimento della protagonista. La fotografia, a tratti claustrofobica, accentua la solitudine di Night Bitch, mentre le scelte sonore amplificano il senso di paranoia e alienazione che pervade la sua vita.

La critica sociale

Il film non è solo un viaggio nell’auto-esplorazione di una donna, ma anche un commento sulla società che spinge le donne verso ideali di perfezione materna e familiare. La narrativa mette in discussione la costrizione di ruoli prestabiliti, raccontando la paura e il desiderio di fuga dalla routine che definisce la vita domestica. La trasformazione fisica della protagonista diventa metafora di una liberazione, ma anche di una perdita di controllo che spaventa sia lei che chi le sta attorno.

Conclusioni

Nonostante alcuni momenti di lentezza e una certa ambiguità nel trattamento del tema, Night Bitch è un’opera che affascina e inquieta allo stesso tempo. Amy Adams riesce a dare voce e corpo a un personaggio complesso e sfaccettato, riuscendo a rendere la sua esperienza di alienazione emotiva e fisica incredibilmente tangibile. Se il film a volte sfiora l’autocompiacimento nelle sue visioni più surreali, la sua capacità di stimolare una riflessione sulla femminilità e sull’autodeterminazione ne fa un’esperienza cinematografica interessante.

In conclusione, Night Bitch è una commedia nera e horror psicologico che si prende il rischio di esplorare tematiche profonde e disturbanti. La sua provocatoria visione della maternità e della libertà individuale la rende un’opera che, pur non accontentando tutti, lascia una forte impressione.

Classificazione: 3 su 5.

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