Uscito anche in Italia l’atteso scontro tra i titani del MonsterVerse di Warner: Godzilla vs. Kong, tra distruzione e spettacolari battaglie. Il lucertolone atomico contro il re di Skull Island è anche un confronto tra due culture diverse ma allo stesso modo affascinanti

Sin da quando Warner mise in cantiere il nuovo film di Godzilla diretto da Gareth Edwards, ben 7 anni fa, l’idea era quella di creare un universo espanso. Un percorso che, di film in film, ci avrebbe permesso di conoscere meglio i Titani che vivono sul nostro Pianeta. Era quindi inevitabile che si sarebbe giunti all’atteso scontro tra il rettile anfibio e il gigantesco primate. A cimentarsi nell’impresa di riportare, dopo quasi 60 anni, i due mostri a confronto in Godzilla vs. Kong è stato scelto Adam Wingard.

Il regista si era fatto conoscere nell’ambito del panorama horror non mainstream con film come: V/H/S e The ABCs of Death, arrivando poi a dirigere il riuscito reboot/sequel di Blair Witch nel 2016. Con l’adattamento live action di Death Note per Netflix aveva fatto un mezzo passo falso, ma in questo film è riuscito a riprendersi.

Tra paurosi scontri ed esplorazioni sotterranee

La trama è molto semplice, ma questo non risulta fuori luogo per un film come Godzilla vs. Kong. Dopo la vittoria di Godzilla contro i kaiju apparsi nel precedente film , il nuovo attacco a Pensacola del lucertolone sorprende il Mondo intero. Le cause si dovranno ricercare negli stabilimenti della Apex Cybernetics e nei loro nuovi esperimenti. Ad indagare si ritroverà coinvolta anche Madison Russel (Millie Bobby Brown) insieme ad un suo amico e ad un noto complottista anche autore di un celebre podcast. Intanto, a Skull Island, Kong fatica ad essere contenuto dagli scienziati della Monarch. L’arrivo di Nathan Lind (Alexander Skarsgard), un geologo convinto dell’esistenza di vaste cavità sotto la crosta terrestre da cui i titani traggono il potere, convincerà la dottoressa Ilene Andrews (Rebecca Hall) a portare Kong in uno di questi ingressi nascosti. Il viaggio fino in Antartide non sarà dei più brevi e sicuri, ma permetterà agli scienziati di fare delle scoperte rivoluzionarie una volta arrivati.

Jia e la Bestia

A mio parere uno tra gli aspetti meglio riusciti di Godzilla vs. Kong di integrare nello scontro tra i due titani anche gli esseri umani è il personaggio di Jia. La piccola Iwi, che vive con la dottoressa Andrews, è un bambina sordomuta che comunica con il linguaggio dei segni. Lei è l’unica che riesce a stabilire un sincero legame con Kong, arrivando addirittura a comunicare con lui.

Questo elemento umano non è da sottovalutare perché risulta utile allo spettatore per empatizzare con i giganteschi mostri. O almeno con Kong, che risulta il più simile all’uomo, come ci ha insegnato l’evoluzione. Wingard non manca di regalare molto più screen time al primate rispetto a Godzilla, quasi a ribadire la presa di posizione di far parteggiare il pubblico più per Kong. Ovviamente ci sono anche tanti fan di Godzilla ed è proprio questo un ulteriore aspetto di coinvolgimento per gli spettatori di tutto il Mondo, che scelgono il loro beniamino.

Oriente contro Occidente

Lo scontro visto in Godzilla vs. Kong rappresenta anche lo scontro tra due diverse culture. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il Giappone scelse Godzilla proprio per stemperare le paure che le bombe atomiche americane avevano generato nei superstiti. Il kaiju che produce un raggio atomico dalla bocca e che si ricarica con energia nucleare era una metafora di un Paese pronto a rialzarsi e combattere.

Kong, invece, dopo la storica trasposizione del 1933 (ad un anno dall’uscita del romanzo omonimo di Lovelace) diventa un mito per gli americani. Simbolo stesso di forza e spettacolarità, qualità care agli statunitensi, nello scontro del 1962 userà addirittura l’energia elettrica per combattere Godzilla, altra metafora dell’avanzamento tecnologico americano. Il film Ishiro Honda fu distribuito in tutto il mondo con il titolo King Kong vs Godzilla, con il nome del primate prima, In Italia si arrivò addirittura ad intitolare il film: Il trionfo di Kong. prendendo una posizione ideologica ancora più netta.

Ovviamente erano anni di tensioni tra Oriente ed Occidente e il cinema utilizzò lo scontro tra i due mostri come il pretesto per fare anche della propaganda politica. Per anni circolò anche la leggenda urbana che fossero stati girati due diversi finali del film: il primo per il mercato orientale con il trionfo di Godzilla e il secondo per l’Occidente con la vittoria di Kong.

Valorizzare gli scontri, meno gli attori

Forse il più grande difetto di Godzilla vs. Kong è stato non saper valorizzare tutti i grandi nomi che compaiono nel cast. Se, come detto, il personaggio di Jia funziona, così non si può dire degli altri. Millie Bobby Brown non viene valorizzata come nel film precedente e la sua storyline risulta la più debole. Skarsgard e Rebecca Hall possono anche risultare convincenti ma i loro personaggi fanno solamente da contorno agli scontri, integrandosi poco con i titani.

Il piatto forte del film, ovvero gli scontri tra i mostri, riescono ad essere esaltanti e spettacolari. Il tutto grazie anche ad una CGI davvero notevole, ben lontana dai due attori nei costumi visti nel film del 1962. Wingard riesce ad avere una regia pulita e mai troppo confusionaria. La fotografia risulta buona: sia con le luci dell’alba durante la traversata marittima che nella skyline notturna al neon di Hong Kong. La durata sotto le due ore riesce ad essere un punto a favore per un film ancora più scorrevole e non troppo ripetitivo. Ottima come sempre la colonna sonora di Junkie XL, capace di dare ulteriore spettacolarità alle immagini che vediamo a schermo, caricandole di pathos.

Bella anche la realizzazione della Terra Cava, anche se avrebbe meritato un approfondimento in un film a parte. Questo vasto ecosistema sotterraneo presenta creature e fisica del luogo talmente affascinanti che spero alla Warner torneranno ad approfondire in futuro.

Godzilla vs. Kong è un film di intrattenimento che funziona e divertirà chi non vedeva l’ora dello scontro tra questi due titani, due icone di differenti culture forse più simili di quanto non si pensi

Classificazione: 3 su 5.

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