Dopo una lunga attesa, finalmente possiamo mettere mano anche su Daymare 1998 per le console casalinghe.

Una versione, questa della PS4, che non gira  benissimo – purtroppo si tratta di un porting non all’altezza in termini di resa grafica, anni luce indietro rispetto alla versione PC – ma che contro ogni aspettativa, grazie a molti altri aspetti positivi, possiamo dire che affossa tranquillamente tutti quelli che erano gli scetticismi che riguardavano un nuovo gioco survival horror creato da una software house ‘indie‘ in erba.

Allora iniziamo da un presupposto: parliamo, riguardo lo sviluppo del gioco, di un team indipendente – quello di Invader Studios – di 10 persone, e se iniziamo a gettare le basi della recensione con tale concetto in testa, questo lavoro, così come si presenta, è assolutamente da dieci e lode.

Azione viva e alle stelle, atmosfere tipiche dei survival horror degli anni ‘90 ed enigmi davvero in abbondanza sono gli assoluti punti di forza, che da una parte ci fanno un po smaltire quella delusione di Resident Evil 3 in termini di longevità, ma che dall’altra, però, evidenziano anche alcuni limiti in termini di storyline e di dettaglio: lo stile dei nemici è essenzialmente basilare e gli scontri con i Boss non propriamente entusiasmanti. Mentre si gioca poi, si nota anche una certa frettolosità nel raccontare il susseguirsi degli eventi, ma al contempo il tutto viene compensato da un completo e totale rispolvero delle meccaniche dei grandi classici horror risalenti a più di due decadi fa, che tanto mancavano ai ‘puristi’, e da un’ottima rigiocabilità.

daymare 1998

Interessante vedere le dirette analogie con Resident Evil 2 – ricordiamo che questo videogioco è nato proprio dalle ceneri di quello che doveva essere il Remake dello stesso – per l’appunto i suoni, la stessa tipologia di porte con cui ci si imbatte spesso e volentieri, le atmosfere rievocative del grande classico in questione .. E poi quella voce del compianto Paul Haddad (voce storica del primo Leon di RE2 originale), in questo caso doppiatore di Cleaner nel gioco. Tutti aspetti che fanno ovviamente piacerissimo, e che si vanno a collocare a loro volta in un immaginario collettivo che interessa questo tipo di opere, e ovviamente, anche Daymare 1998 ne entrerà a far parte.

Tralasciando tali dettagli, il tutto risulta in generale ottimo e godibile – saranno necessarie dalle 7 alle 11 ore per completare il gioco – in più sono certo che sicuramente saprà intrattenere a dovere tutti coloro che lo attendevano, anche a fronte del fatto che, venduto ad un prezzo medio di 39,90€ con tanto di edizione speciale (in Europa si chiama ‘Black Edition‘ completa di cartoline, stickers adesivi e contenente pure una spilla) ne vale assolutamente la pena.

Mi sento comunque di consigliarlo pure a tutti coloro che vogliono avvicinarsi ai survival horror games per la prima volta, visto che con questo titolo possono iniziare a prendere familiarità con il genere, poiché può tranquillamente essere visto come una sorta di primo approccio alle origini a tema videoludico in tal senso, per poi magari iniziare a giocare con altri titoli rappresentativi – come possono essere quelli della saga di Resident Evil per l’appunto – . È un gioco che comunque ha molte affinità anche con altri stile RE, come può essere lo stesso The Evil Within o magari anche Alan Wake, soprattutto per quanto riguarda alcune ambientazioni: la città di Daymare, Keen Sight, ricorda moltissimo la cittadina di Bright Falls, dove era ambientato il titolo Xbox.

Un bell’atto di coraggio dei ragazzi italiani di Invader Studios, direi ottimamente premiato, perché il titolo nel complesso risulta sicuramente valido al cospetto dei tre personaggi giocabili (ricordo a tutti nuovamente che è stato sviluppato da un team di 10 persone).
Qualche difetto c’è, ma come detto prima, può essere tranquillamente superato, perché le atmosfere funzionano benissimo e il coinvolgimento del giocatore (in questo caso anche spettatore) c’è, ed è evidente, grazie a questo throwback to 90es, realizzato specificatamente per i puristi, ma che, come precisato prima, mi sento di consigliare anche a tutti coloro che vogliono cimentarsi con un survival horror game per la prima volta per comprenderne appieno le radici.

Longevità     8
Sonoro          7
Grafica          6
Controlli      6.6

Voto complessivo: 7