Si è conclusa su Paramount+ Dexter Original Sin, il racconto delle origini del cacciatore di serial killer con un oscuro segreto

Se come me e molti altri, per anni avete seguito la vita di Dexter Morgan: agente della scientifica di Miami di giorno e cacciatore di serial killer la notte, sicuramente non vi sarete persi questa serie prequel. Dopo 8 stagioni, tra il 2006 e il 2013 (per un totale di 96 episodi), l’arco narrativo di Dexter sembrava concluso. Invece, tra il 2021 ed il 2022 il nostro torna con uno scioccante epilogo tra i ghiacci di Iron Lake, dove si è rifugiato con il figlio, ormai cresciuto. L’appeal per l’antieroe descritto da Jeff Lindsay, prima nel romanzo (La Mano Sinistra di Dio) e poi diventato iconico in TV, torna ai massimi livelli. Così Paramount+ e Showtime decidono di creare una serie prequel con tutto quello che ci era stato descritto sull’adolescenza ed i primi passi nell’arte dell’omicidio di Dexter. Il risultato ha convinto pubblico e critica.

Una famiglia disfunzionale

Miami, 1991: il sergente di polizia Harry Morgan (Christian Slater) deve crescere da solo, dopo la morte della moglie, la figlia Debra (Molly Brown) e il figlio adottivo Dexter (Patrick Gibson). Con una spiccata intelligenza ed una passione per l’omicidio ed il sangue (causato da un traumatico evento che lo ha reso orfano), Dexter seguirà i consigli del padre per controllare il suo lato oscuro. Harry farà in modo di creare un vero Codice, che se seguito potrà placare la sete di sangue del figlio. Quando la caccia non basterà più, le prede diventeranno tutti i criminali che il Sistema non è riuscito a punire. Per una serie di eventi, la sua passione per l’anatomia umana lo porterà ad entrare nella scientifica di Miami.

Sotto la supervisione di Tanya (Sarah Michelle Gellar) e con il sarcasmo fuori luogo di Masuka (Alex Shimizu), Dexter capirà che quello sarà l’unico modo per cui il suo oscuro passeggero possa fare giustizia e rendere, forse, Miami un posto migliore. Quando un bambino verrà rapito ed ucciso e il figlio del capitano Spencer (Patrick Dempsey) sparirà nel nulla, un’ombra di morte calerà sulla città.

Nato nel sangue, cresciuto con l’omicidio

Il progetto di una serie prequel su Dexter poteva sembrare qualcosa di superfluo, infatti tutte le informazioni rilevanti sul suo passato ci erano già state date nella serie madre. Eppure, dopo la visione dei 10 episodi di quella che (dovrebbe) essere una miniserie autoconclusiva, mi sento di dire che la visione è quasi obbligatoria per tutti quelli che hanno amato il personaggio. Gli showrunner hanno infatti mostrato anche dei lati inediti degli eventi passati con una narrazione che si svolge su due piani temporali. Quello del 1991, in cui Dexter comincia a lavorare nella scientifica, e la metà degli anni ’70. In questo secondo piano ci viene rivelato il coinvolgimento di Laura Moser (Brittany Allen), la vera madre di Dexter, nell’indagine sul narcotraffico a Miami per conto dello stesso Harry Morgan. Questi eventi porteranno la donna alla morte ed il ritrovamento di Dexter e di suo fratello Bryan in un lago di sangue all’interno di un container al porto. Evento già conosciuto dai fan, che però qui vedono tutti gli eventi dell’indagine precedenti insieme all’evoluzione del rapporto tra Harry e Laura.

In tutta questa linea temporale la fotografia vira sui toni del giallo. Scelta che ho trovato sensata per rendere subito divise le sequenze, meno sull’eccessivo uso dell’ocra. Inoltre i due piani temporali sono ben amalgamati per tutta la stagione, permettendo alle due versioni di Dexter di crescere in modi diversi.

Cast azzeccato ed ottimi colpi di scena

Dexter Original Sin è riuscito a convincere grazie all’ottima performance di Patrick Gibson che è riuscito a ricreare tono e smorfie di Michael C. Hall. Il tutto è stato reso ancora meglio grazie all’uso dell’iconica voce interiore di Hall che segue le gesta del giovane Dexter. Menzione ai casting degli agenti Batista (James Martinez) e LaGuerta (Christina Milian): identici alle loro controparti del futuro. Inoltre i primi passi nell’omicidio di Dexter e il sacrificio delle sue prime vittime, sono stati resi in modo convincente. Con uno stile un po’ impacciato e qualche errore, il suo percorso da assassino è risultato molto credibile.

Ho apprezzato anche i numerosi easter egg. Alcuni su personaggi nominati o intravisti, che saranno importanti nella serie principale. In particolare ho adorato l’alter ego con cui Dexter si fa chiamare: Patrick Bateman. Il protagonista di American Psycho non era ancora così famoso come dopo il film del 2000, tranne per chi aveva letto il libro. Ben sviluppato anche il rapporto tra Dexter e Debra. Un legame fraterno conflittuale, in cui Debra è risentita per il tempo che il padre dedica al fratello e non a lei. Questo perché nemmeno lei conosce le tendenze di Dexter. Il tutto porterà anche a svolte da teen drama, però mai stucchevoli e ben calibrate, tra party scolastici ed uscite a quattro.

Se ho trovato azzeccato l’uso di un personaggio negli episodi finali, senza essere finalizzato al mero fanservice. Ho trovato più implausibile la risoluzione del principale mistero del ladro di bambini della stagione. La sospensione dell’incredulità deve mantenere una soglia veramente alta per accettare anche solo il movente dell’assassino. Nonostante conduca ad un bel payoff per lo spettatore, il modo in cui ci si arriva è davvero esagerato, anche per una serie come Dexter.

Dexter: Original Sin è una serie adatta anche per chi non si è mai avvicinato al personaggio. Essendo prequel risulta un ottimo starting point sia per gli amanti del crime che per quelli del dark humour, lasciando aperte le porte anche per future serie (già confermate) con protagonista Dexter Morgan

Classificazione: 3.5 su 5.

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