Usciva il 4 gennaio del 1973 I corpi presentano tracce di violenza carnale, un thrilling di ambientazione perugina che, pur sfruttando una serie di luoghi comuni classici delle pellicole di quegli anni, riuscì ad essere tra i precursori del genere slasher, anticipando una psicosi collettiva che il nostro paese avrebbe vissuto solo alcuni anni dopo. La paura del Mostro.

TRAMA

Un maniaco assassino colpisce coppie di giovani che orbitano nell’ambiente studentesco dell’università per stranieri di Perugia. Alcune ragazze in fuga dalla pressione di quei giorni, si ritrovano a soggiornare in una isolata villa in collina, che però diventa anch’essa bersaglio del folle omicida…

PRIMA DI FIRENZE

La prima particolarità de I corpi presentano tracce di violenza carnale è quella di presentare una situazione che qualche anno dopo sconvolgerà davvero l’Italia intera. Quando nella vicenda, seguiamo il killer spiare le coppie appartate per poi farne scempio (con escissioni ed efferatezze varie) e quando all’interno dell’università vediamo la polizia mettere in guardia i ragazzi dal rischio dell’amoreggiare in zone isolate, non possiamo non pensare che solo un anno dopo in Italia inizierà nei dintorni di Firenze una serie di delitti che terranno sotto scacco il paese intero fino al 1985. La vicenda del Mostro di Firenze creò una tale psicosi collettiva che cambiarono le abitudini dell’appartarsi tra i giovani e numerose furono le iniziative delle autorità per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza della prudenza (campagna pubblicitaria “Occhio ragazzi”).

TORNANDO AL FILM

I corpi presentano tracce di violenza carnale, parte come un thrilling abbastanza classico, che indugia sulle grazie di giovani studentesse (un po’ mature per l’università invero) e gioca con lo spettatore proponendo una grande varietà di personaggi fin dal principio, disseminando indizi prevalentemente falsi per cercare di mischiare le carte, preparando chi guarda ad una seconda parte ben più tesa e riuscita.

I delitti sono cruenti e, anche se non troppo elaborati nell’esecuzione, denotano da subito una certa crudeltà di fondo, alimentando la tensione che si stringe attorno alle protagoniste, vittime sacrificali volontarie in seguito alla pessima idea di isolarsi in una dimora lontana da tutti.

INFLUENZE ESTERNE

Proprio nella seconda parte, che si svolge nella villa isolata, I corpi presentano tracce di violenza carnale, decolla e si discosta dalla media del thrilling dell’epoca. Dopo aver fatto vedere i muscoli nelle scene delittuose Sergio Martino infatti si butta nel giallo fatto di suspence, silenzi e movimenti di camera che suggeriscono senza dire. Ed è proprio la scena del risveglio di Jane (Suzy Kendall) che zoppicante si aggira per casa ignara di quanto è successo intorno a lei a riportarci alla memoria l’agghiacciante incipit di Terrore cieco, inquietante thriller con Mia Farrow di solo due anni prima.

LUCI E OMBRE

Pur denunciando alcune leggerezze di fondo, dalle motivazioni dell’assassino alla riuscita parziale di alcune scene di violenza, I corpi presentano tracce di violenza carnale è una pellicola affascinante, che ha avuto il pregio di essere innovativa per l’epoca, riuscendo ad intercettare come pochi in anticipo, le paure di una società che stava cambiando, cercando di liberarsi sessualmente ed intellettualmente.

Classificazione: 3 su 5.