Probabilmente il film più controverso del 2019 americano, una satira horror che non si fa scrupoli, e anche per questo non lascia indifferenti. La casa di produzione Blumhouse fa ancora centro, questo The Hunt riprende un pò i toni da horror comedy visti in Get Out, e riesce ad essere anche molto attuale.
Una feroce caccia organizzata come uno sport
Il film inizia con il risveglio di 12 persone in un campo in mezzo al nulla. Quando i proiettili iniziano a volare, capiscono che a dargli la caccia c’è un altro gruppo di persone. A disposizione però troveranno diverse armi per potersi difendere.
Sicuramente non si tratta di un’idea molto originale, infatti la trama si basa su un racconto del 1924, The Most Dangerous Game di Richard Connell, che ha avuto diversi adattamenti e parodie nel secolo scorso. Ma non è questo il punto di forza di questo film, che riesce a sfruttare la satira per diventare una feroce critica alla società americana contemporanea, senza risparmiare nessuno. Difficile anche etichettarlo con un solo genere perchè riesce a mescolare bene il thriller, l’horror e la commedia nera.
Il film è diretto da Craig Zobel (Compliance), e sceneggiato da Nick Cuse e Damon Lindelof (Lost, Watchmen). Si sente eccome l’esperienza di Lindelof, che sa scrivere molto bene i dialoghi e riesce molto spesso ad essere divertente. E non è una missione semplice quando si ha a che fare con una situazione così estrema, riuscire a restare in bilico fra la tragedia e la comicità, mantenendo la narrazione sempre credibile. Soprattutto per questo motivo mi sento di promuovere questo film, che nonostante quella continua sensazione di “deja-vu” riesce comunque ad inserire dei colpi di scena e a non annoiare. Interessante anche i riferimenti a George Orwell, come il simpatico maiale nella prima parte che porta proprio il suo cognome.
Ottima prova delle due attrici principali
Impressionante la presenza scenica della protagonista, interpretata da Betty Gilpin, un’eroina che non sembra temere nessuno, che non ha più niente da perdere ma vuole fortemente tornare a casa.
Ottima anche la scelta di far interpretare l’antagonista alla bravissima Hilary Swank (e quel nome Hilary potrebbe non essere del tutto casuale), che troviamo a capo di questa élite, mostrandosi davvero convincente nei panni di questa ricca donna senza scrupoli. Nella parte finale del film sembra di assistere ad una scena di un film di Tarantino (senza essere spudoratamente uguale, s’intende), e il regista è molto bravo a non prendersi troppo sul serio, consegnando un film che risulta di grande intrattenimento.
Curiosità
Questo film fu rimandato dalla Universal lo scorso agosto in seguito alle sparatorie di massa a Dayton, Ohio e El Paso, in Texas, oltre alle critiche del presidente Donald Trump. Il presidente infatti, senza nominare il film, twittava ad agosto frasi come razzista ai massimi livelli e creato per provocare il caos. Ne seguì una protesta, con i media conservatori che etichettavano il film come un attacco della Hollywood liberale.
Infine è stato distribuito nelle sale americane lo scorso 13 marzo, mentre in Italia hanno deciso di rendere il film disponibile per il noleggio sulla piattaforma Chili, insieme ad altri titoli come L’uomo invisibile (sempre della Blumhouse). Certo il prezzo di 15,99 non invoglia molto, in genere sul sito i film a noleggio arrivano al massimo a costare 5 euro, ma in questo caso stanno cercando di recuperare almeno in parte le spese, su film che dovevano appunto uscire prima in sala. Insomma, che può, cerchi di contribuire…