Buona festa della donna a tuttə!
Un’ottima occasione per ricevere fiori, che ci suggeriscono quanto siamo delicate. Un’occasione per ricordarci che la natura ci ha create piene di sfide, ma comunque sorridenti. Un giorno per sottolineare che la violenza è sbagliata, tramite l’immagine di eleganti scarpette rosse, probabilmente anche molto scomode. Rimugino e penso, cosa posso regalare, cosa potrei desiderare in un giorno in cui si celebra il nostro essere donne?
La libertà di essere incazzatə
In un mondo in cui siamo state dipinte come delicate, vergini, perfette e sorridenti ma anche sacrificabili; muse livide di varie forme di ‘amore’ e possessioni, abbiamo in effetti poche occasioni di rivendicare la possibilità di essere quantomeno furiose. Motivo? Indifferente: tantissime cose, tutto e niente, semplicemente SI. Perché sì. Se siete cresciute a pane e “questo non si addice ad una ragazza”, se avete provato rabbia e l’avete repressa, forse possono venirci in aiuto alcune registe qua e là che sanno di cosa stiamo parlando. Ecco quindi qualche suggerimento utile, che esprime per noi quello che non abbiamo il permesso di esprimere e che dà voce alle parole che la società in cui siamo cresciute non ci ha fatto vocalizzare: le parolacce, gli urli, le nostre verità. Otto film in ordine sparso che vi faranno provare pura rabbia, senza limiti e piena di rivendicazioni. E auguri.
Nightbitch (2024)

Il film che mi ha dato l’ispirazione per questo articolo, l’ennesimo argomento di cui abbiamo paura di parlare: la divisione delle responsabilità genitoriali. Amy Adams si presta magnificamente nella rappresentazione di cosa può voler dire essere mamme oggi. I primi minuti vi faranno immediatamente percepire la sostanza del film. Bisogno impellente di farlo vedere ai compagni prima del parto.
Revenge (2017)

Cos’è che fa sì che una ragazza che è stata stuprata se la sia cercata? Niente. Semplicemente niente. Questo è il messaggio che Coralie Fargeat ha voluto gridare con il suo primo lungometraggio nel 2016, prima di essere candidata agli Oscar con The Substance quest’anno. Abusi di vario tipo e tanta rabbia in un revenge movie molto diretto, capace di non lasciare spazio all’immaginazione, ma soprattutto alle incertezze sul merito.
Witches (2024)

Un documentario vestito da film, un grande potere emotivo ma anche una visione doverosa in quanto donne. La regista, Elizabeth Sankey, tramite un linguaggio misto fa luce su un altro argomento di cui parliamo pochissimo: la depressione post partum. La condivisione della sua esperienza e delle donne che le hanno salvato la vita è così cruda da far venire i brividi, e fa riflettere sulla gravità del gender gap quando si manifesta in ambito medico.
Promising Young Woman (2020)

Impossibile non citarlo, forse la madre di gran parte dei titoli in quest’articolo. La più dettagliata rappresentazione di microaggressioni, cat calling, abusi di potere che nessuna donna può dire di non aver vissuto. La pura rabbia del personaggio di Cassie (Carey Mulligan) purtroppo per la maggior parte di noi suonerà più come una eco di qualcosa di già sentito, più che un fulmine a ciel sereno.
Blink Twice (2024)

Ne abbiamo già parlato sul sito, ma la rabbia che questo film fa provare merita di essere citata due volte. Zoë Kravitz studia l’essere umano dal punto di vista del potere, immaginando una manciata di uomini etero bianchi e delle ragazze senza linea telefonica su un’isola paradisiaca. Tensione pura e menzione speciale per l’interpretazione di Channing Tatum.
Love lies bleeding (2024)

Con Kirsten Stewart e Katy O’ Brian, una donna bodybuilder ci mostra la storia di un sogno e fino a dove deve arrivare una ragazza per farlo diventare realtà. Intrinseco, l’argomento della violenza domestica è colto da vari punti di vista ed è comunque sempre spaventoso e disarmante. Domanda: quanto vorremmo essere grosse per sconfiggerla?
Piggy (2022)

Inutile cercare di esplorare le motivazioni dietro al bullismo, se si parla di body shaming si parla di un bias sistemico che ci porta a dare attenzione al corpo femminile in modo smisurato. Il tentativo di cercare di far rientrare i corpi delle donne in uno standard che cambia ogni dieci anni inizia finalmente ad essere visto come ossessivo. Una voce che sta prendendo volume grazie al movimento Body Positivity e alla candidatura agli Oscar di The Substance. Qui il punto di vista intimo, molto intimo, di una ragazza apparentemente senza vie di fuga in un paesino della Spagna.
Companion (2025)

Com’è la compagna perfetta secondo la società? Uscito soltanto questo febbraio, Companion risponde a questa domanda senza mezzi termini, ipotizzando una realtà fatta su misura per l’uomo moderno. Una favola fatta di sangue, di cuori spezzati e di un classico maschio medio abituato ad avere sempre una via d’uscita. Divertentissime le critiche molto poco velate.
La rabbia che questi film ci fanno provare non è solo catartica, è un mix di sentimenti che ci invade come un’onda. Compassione, commozione, sensazione di essere comprese, capite, di non essere sole. L’importanza della condivisione delle proprie esperienze è indiscutibile nel momento storico in cui stiamo vivendo. È una libertà che dobbiamo prenderci per essere sicure almeno di vederci tra noi, e di dirci a vicenda che la rabbia che stiamo provando è lecita. È normale, legittima e deve essere libera di essere espressa.
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