Usciva il 28 febbraio del 1971 Tutti i colori del buio, thriller centrale di un’ideale trilogia che lega il regista Sergio Martino e la splendida Edwige Fenech, icona del genere commedia sexy, prestata saltuariamente al cinema nero.

TRAMA

Jane è una donna fragile che ha vissuto diverti traumi che l’hanno portata sull’orlo della pazzia. Diffidente nei confronti del marito si fa convincere dalla sorella ad affidarsi ad uno psichiatra e a coltivare un rapporto d’amicizia con una vicina di casa, Mary. Tramite l’amica entrerà in contatto con una misteriosa setta…

UNA NUOVA ICONA DARK

Con Tutti i colori del buio si rafforza il sodalizio cinematografico tra Edwige Fenech e il Sergio Martino del thrilling all’italiana. Un sodalizio iniziato con Lo strano vizio della signora Wardh che proseguirà con il citazionista Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, dando spazio all’attrice per interpretare altre pellicole nere con registi italiani, all’epoca del tutto presi dal filone. Sicuramente la presenza della Fenech dona un fascino ancora notevole alla pellicola che, grazie ad una riuscita ambientazione londinese (pur se le riprese vennero principalmente fatte in Irlanda) gode di un certo appeal formale.

INFLUENZE DELL’EPOCA

Notevolmente influenzato da opere come Rosemary’s baby (ma arriverà qualche anno dopo il più riuscito Il profumo della signora in nero), Tutti i colori del buio rispetta a pieno certi canoni quasi imprescindibili del thrilling italiano primi anni ’70. Oltre all’ambientazione estera, anche il rodatissimo cast, comprendente i soliti noti George Hilton e Ivan Rassimov, non delude le aspettative, donando subito un respiro internazionale al film e quindi una maggiore appetibilità da parte del pubblico globale. Non mancano poi i cardini narrativi che dominavano le storie dell’epoca. Tra traumi passati, dipendenze presenti e figure morbose che trascinano i protagonisti in una spirale di follia…

COLORI MA ANCHE OMBRE

Tutti i colori del buio si presenta come un thrilling con tutte le carte in regola, di pregevole fattura tecnica e discreto impegno produttivo. Nonostante ciò Tutti i colori del buio è probabilmente il meno riuscito della trilogia Martino-Fenech per più di un motivo. La volontà di mettere troppa carne al fuoco, fin dalla prima onirica scena, confonde eccessivamente la narrazione di una vicenda, che alla fine si dipana in un intreccio scontato e banale. Alcuni momenti, soprattutto quelli riguardanti i sabba della presunta setta, risultano posticci e a tratti macchiettistici. Il doppio finale con premonizione della protagonista poi, appare ridondante e non produce l’effetto (probabilmente cercato) di stupire lo spettatore.

DA VEDERE PERCHE’?

Per chi vuole recuperare una pellicola che ha del fascino e un’ambientazione intrigante e che conta nella presenza di una protagonista al massimo del suo splendore, Tutti i colori del buio non deluderà lo spettatore di thrilling competente, pur perdendo colpi se paragonato ad altre pellicole del periodo, sicuramente più riuscite.

Classificazione: 2.5 su 5.

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